Home > Lo sprint che non t’aspetti

Lo sprint che non t’aspetti

Publie le giovedì 17 maggio 2007 par Open-Publishing
4 commenti

Dazibao Enrico Campofreda Sport

di Enrico Campofreda

Non lo aspetti che Ivan Basso - ormai entrato nell’élite del pedale che conta - lanci il proprio “je m’accuse” per l’emotrasfusione, poco importa se fatta o non fatta, col medico truffandino Fuentes. Lo lancia dopo un travaglio di mesi, a fronte di prove più che schiaccianti, con le strutture del governo dello sport che già gli promettono sconti di pena per il pentitismo. Però lo fa. Dice quella verità che tutti sanno e che i protagonisti vittime della propria sciaguratezza negano perché il Circo Barnum li scaccerebbe e loro non monetizzerebbero più.

Per questo il gesto di Basso ha comunque un valore enorme, perché dice quel che Pantani – requiescat in pace - negava di lui e dei ragazzi del gruppo. Negava contro l’evidenza, come un Andreotti dello sport, e questo dal campione e dall’uomo non l’accetti.

Come ha negato stizzito Lance Armstrong e come fanno centinaia di professionisti – nemmeno fuoriclasse qual è stato lo yankee – con medie da “cinquanta all’ora”.
In quel gioco a nascondino dove alberga sospetta e mai scoperta anche la metamorfosi della potenza aerobica in salita di Miguelon Indurain, lievitata a un certo punto della carriera. Non scoperto ma evidente il rendimento alterno del pur iridato Bugno nell’iniziale agonismo dei colpi “coppiani” all’Alpe d’Huez e nei disonorevoli distacchi degli ultimi Giri. Disonorevoli per un campione reso ex più dalla ricerca d’una nuova dimensione legale che dall’età, e per dimensione legale s’intende non fare quello che tutti, assolutamente tutti, fanno per tenere il dannato ritmo da “cinquanta all’ora”. E gli ultimi tempi di Bugno testimoniano che medie poteva dare il sangue puro e senza correzioni.

Allora ci vorrebbe il coraggio di Ivan o di quei pochi che cercano di spezzare il cerchio illegale d’un sistema imposto allo sport dagli sponsor che pagano e che tutto comprano, anima e corpo compresi di chi vuole dannarsi fino a crepare. L’eroe o il semplice buon cittadino resta il ciclista varesino che ha (avrebbe) ancora una carriera di lauti ingaggi davanti a sé e sceglie e rischia di vederseli bruciati se nello sprint non sarà seguito dal plotone. Lo sprint dell’autodenuncia e della verità rivelata certo, visto che la forza del sistema doping da “cinquanta all’ora” è basata proprio su omertà, ipocrisia e autolesionismo di nuove cavie disposte a farsi iniettare ogni diavoleria per un podio.

C’è da auspicare che l’attuale linea del governo dello sport, approntata ad aiutare l’emancipazione dei Basso dalla truffa, sia vera e integerrima in ogni dove poiché così non fu nella sperimentazione conconiana proprio dell’emotrasfusione finanziata dal Coni dei Carraro e Pescante; e nella gestione compiacente di certe Federazioni i cui dirigenti (Nebiolo per tutti) ammiccavano al doping creatore di record, mirabilie e tanti dollari.
Per un Ivan che fa il ribelle e parla ci sono gli azzurri mondiali del calcio che tacciono sulle pratiche di club. C’è la Juve anaboeritropoietinizzata del dottor Agricola e salvata dalla magistratura; c’è la Cupola di Calciopoli che ha distrutto l’ultimo sogno dei ragazzini e ai cui uomini simbolo il Guardasigilli Mastella tende la mano.

Questo è il pericolo serio che l’esemplare gesto di Basso può correre: restare un moto isolato. Etico, dignitoso per l’uomo e lo sportivo non per il sistema. Che come la peggiore politica si perpetua.

Messaggi

  • nn so quando questo articolo sia stato scritto, parrebbbe dalla data il 17...se così fosse l’autore dovrebbe già certamente sapere come il suo sogno sia stato infranto sul nascere e il suo eroe smontato da poche dichiarazioni conteneti una retromarcia scandalosa probabilmente, anzi sicuramente dovuta a minacce pesanti di stampo mafioso che comunque non la giustificano...è un vero peccato, poteva essere veramente la svolta, ma nessuno nell’ambiente la vuole veramente e probabilmente anche a una buona parte degli spettatori va bene così...che tristezza

    andrereve

  • Prima di nominare il nome di Pantani sciaquatevi la bocca l’uccello ed il buco del culo. Nessun moralista di bassa lega ne è degno.

    • Mi domando soprattutto: a moralistucci di quart’ordine come voi, in che modo un atleta che consapevolmente si dopa vi danneggia personalmente?

      l’unica cosa che mi preme è che i bambini vengano risparmiati, e a tal proposito si dovrebbero abolire per legge tutte le competiziobni ufficiali che riguardano ragazzi fino a 15 anni di età. La competizione non è questa, questa è una lotta da stronzi. E Pantani ci era cascato con tutti i piedi per far gridare al miracolo i beoni che si accalcano ai lati delle strade senza domandarsi che sacrifici bisogna fare per raggiungere quei livelli.

      SApero che nessuno cialtrone del livello di quello che ga postato questo articolo parli mai più di questo argomento, perchè sono la linfa vitale di questa merda.