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Dazibao Analisi Lucio Garofalo
di Lucio Garofalo
Sovente penso a un paradosso di portata storica globale che pure mi riguarda personalmente, ma che investe direttamente ciascun essere umano.
Mi riferisco a un’oggettiva contraddizione tra il crescente progresso tecnico-scientifico compiuto soprattutto negli ultimi decenni, che permetterebbe all’intero genere umano di vivere molto meglio, e la realtà planetaria che evidenzia un sensibile peggioramento delle condizioni economiche, materiali e sociali, soprattutto dei produttori e dei lavoratori salariati (anzi sotto-salariati) che vivono anche nel mondo occidentale cosiddetto “avanzato”.
Ebbene, grazie alle più recenti conquiste dello sviluppo tecnico e scientifico, la grandiosa, nobile, quanto antica “utopia” dell’emancipazione dell’umanità (tutta l’umanità) dal bisogno di lavorare e, quindi, dallo sfruttamento materiale, è teoricamente (ossia virtualmente) realizzabile, oggi più che nel passato, nel senso che sarebbe oggettivamente possibile, oltre che necessaria, ma nel contempo è impraticabile, almeno nel quadro dei rapporti giuridici ed economici esistenti, che si basano sulle leggi e sulle tendenze classiste insite nel sistema capitalistico-borghese, che non a caso attraversa un periodo di grave crisi strutturale.
Pertanto, l’idea dell’affrancamento definitivo e totale dell’umanità dallo sfruttamento e dall’alienazione che si compiono durante il tempo di lavoro, appare molto prossima alla sua attuazione. Pur tuttavia, ciò non potrebbe compiersi senza una violenta rottura rivoluzionaria rispetto al predominio capitalistico-borghese vigente su scala planetaria. Mi riferisco esplicitamente all’abolizione della proprietà privata dei grandi mezzi della produzione economico-materiale che è detenuta dalla borghesia capitalistico-finanziaria.
Come gli antichi greci si occupavano liberamente, e amabilmente, di politica, di filosofia, di poesia e delle belle arti, e godevano di tutti i piaceri offerti dalla vita, in quanto erano esonerati dal lavoro materiale svolto dagli schiavi, così gli uomini e le donne di oggi potrebbero dedicarsi alle piacevoli attività del corpo e dello spirito, affrancandosi finalmente dal tempo di lavoro affidato esclusivamente ai robot e condotto grazie ai crescenti processi di automazione e informatizzazione della produzione di beni materiali.
Questo traguardo storico rivoluzionario è oggi raggiungibile, almeno in teoria, proprio in virtù delle enormi potenzialità “emancipatrici” ed “eversive” offerte dallo sviluppo della scienza e della tecnica soprattutto nel campo della robotica, della cibernetica e dell’informatica.
Messaggi
1. > UN’UTOPIA POSSIBILE E NECESSARIA, 17 settembre 2006, 19:42
Credo che nella tua riflessione emerga il fatto che oggi chi è al potere lavora per il degrado morale e intellettuale di tutti gli uomini.
Oggi chi dirige il mondo (chi controlla i mezzi di produzione) cerca di far passare l’idea che "il popolo è ignorante". Questo allo scopo di denigrare quei sentimenti e quelle idee e riflessioni semplici ma chiare che riguardano il progresso scientifico come la tua. Il potere vuole far credere che non vi sia alternativa alla crisi attuale perchè si vuole assolvere dalle sue responsabilità.
Oggi infatti anche ad un analfabeta appare almeno sospetto che milioni di uomini muoiano di malattie curabili in mone non si sa di quale superiore "civiltà". Appare ancora più sospetto che piuttosto che impegnarsi per il benessere dei molti si impegna per il benessere dei pochi (gli imperialisti).
Più il degrado morale di chi dirige il mondo diventa palese e più evidente diventa il fatto che la scienza e il progresso non sono angeli senza sesso, ma che chi ha il potere è in grado di spingere il mondo verso la catastrofe anche se possiede già oggi i mezzi tecnici necessari per far fronte ai bisogni della popolazione attuale ed anche per una popolazione di molto superiore a quella attuale.
Dunque la tua riflessione mette in evidenza come il generale non é responsabile della morte dei suoi soldati in battaglia. Il generale trova mille ragioni, per scagionarsi dalla sua responsabilità, si dimentica solo di dire quali sono i veri motivi della guerra che conduce. Non può dirli, perche, ed é una fortuna, il popolo non può comprenderli!!
Infatti non si deve mai dire che la guerra, ma anche il progresso scientifico sono al servizio degli interessi dei capitalisti, dei loro interessi economici. Le guerre sono sempre scontri di civiltà (quali?), la scienza è sempre al servizio dell’industria (mai dell’uomo), chi non ahi soldi crepa, che a la pensione si arragiangia e Berlusconi se ne frega.
Succo e sintesi della tua riflessione, non esistono anime belle, esenti dall’influenza o del potere (la borghesia) o della via antagonista ad esso (i sinceri rivoluzionari).
Cambiare lo stato di cose (fare la rivoluzione, fare una politica rivoluzionaria) implica proprio avere coscienza del fatto che non sono le macchine la fonte del progresso e dei soui mali, ma che è la cultura che gli uomini esprimeranno nel futuro che salverà il mondo dai disastri.
Se la cultura dominante (borghese) continuerà senza intoppi per la sua via inevitabile verso crisi e guerre senza che nasca un campo antagonista la storia conoscerà un’epoca peggiore del "medio evo". Spero che riflessioni come la tua almeno ci permettano di accellerare la costruzione di un campo culturale antagonista a quello della borghesia.
NB Esempio di degrado morale degli imperialisti.
Romiti da quando è andato in pensione gode di una rendita finanziaria annuale corrispondente al lavoro di migliaia di operai!
Questa rendita si deve anche valorizzare di una certa percentuale di anno in anno.
Non so se è chiaro come il capitale che si deve auto alimentare in interessi blocca ogni possibile sviluppo nel senso che noi (proletari, lavoratori ecc.) concepiamo di lotta alle ingiustizie e al degrado morale e materiale della società in cui viviamo.
Ingiustizie che nella realtà purtroppo non sono né "questioni filosofiche" né favole, ma si traducono ogni anno in morti raeli, per fame, guerre, malattie curabili e obesità!!!
2. > UN’UTOPIA POSSIBILE E NECESSARIA, 24 settembre 2006, 12:27
"Pertanto, l’idea dell’affrancamento definitivo e totale dell’umanità dallo sfruttamento e dall’alienazione che si compiono durante il tempo di lavoro, appare molto prossima alla sua attuazione. Pur tuttavia, ciò non potrebbe compiersi senza una violenta rottura rivoluzionaria rispetto al predominio capitalistico-borghese vigente su scala planetaria. Mi riferisco esplicitamente all’abolizione della proprietà privata dei grandi mezzi della produzione economico-materiale che è detenuta dalla borghesia capitalistico-finanziaria."
Basta che la proprietà privata non venga sostituita con la proprietà statale, perché le cose non cambierebbero di molto. Altro discorso, invece, se viene sostituita con la proprietà comune (Che cos’è la Proprietà Comune: http://worldsocialism.blog.excite.it/permalink/307292).
"Come gli antichi greci si occupavano liberamente, e amabilmente, di politica, di filosofia, di poesia e delle belle arti, e godevano di tutti i piaceri offerti dalla vita, in quanto erano esonerati dal lavoro materiale svolto dagli schiavi, così gli uomini e le donne di oggi potrebbero dedicarsi alle piacevoli attività del corpo e dello spirito, affrancandosi finalmente dal tempo di lavoro affidato esclusivamente ai robot e condotto grazie ai crescenti processi di automazione e informatizzazione della produzione di beni materiali."
Mi riesce molto difficile pensare che qualsiasi tipo di lavoro possa essere svolto da delle macchine. Ad ogni modo quest’ultime sono prodotte (progettazione inclusa) e mantenute operative (manutenzione) dall’uomo con il suo lavoro. La società, quindi, non può assolutamente esistere senza il lavoro umano.
Gian Maria Freddi
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OBIETTIVO: la realizzazione di un sistema sociale basato sulla proprietà comune e sul controllo democratico dei mezzi e degli strumenti per la produzione e la distribuzione delle ricchezze da parte e nell’interesse dell’intera società mondiale. Il Movimento Socialista Mondiale (http://www.worldsocialism.org) sostiene solamente l’immediata sostituzione del capitale e dei salari/stipendi con la produzione universale per l’uso; esso è organizzato in partiti fratelli in Africa, Australia, Canada, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, USA e altrove (http://worldsocialism.blog.excite.it).
1. > UN’UTOPIA POSSIBILE E NECESSARIA, 24 settembre 2006, 14:31
http://worldsocialism.blog.excite.it/permalink/307292