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QUALE STATO DI DIRITTO : "Il paradigma del neonato"

Publie le domenica 13 novembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Sociale Carmelo R. Viola

di Carmelo R. Viola

Dal politicchio da quattro soldi alle somme cariche del pubblico potere ci sentiamo ripetere 24 ore su 24 che viviamo n uno Stato di diritto solo perché ci sono i tre poteri classici ed altri complementari e soprattutto perché la gente va a votare. Quanti fanno tale affermazione per le ragioni dette semplicemente non sanno che cosa sia il vero diritto! Che lo Stato di diritto sia la risultante del gioco elettorale che elegge dei legislatori di norme da fare rispettare è soltanto un non senso perché ci configura una democrazia senza Stato di diritto! Più che di una barzelletta, che di solito fa ridere, ci troviamo davanti alla più grande mistificazione di cui siano capaci i politicanti dei nostri tempi. Che il diritto sia solo la possibilità di eleggere un parlamento è un’affermazione destituita di fondamento logico e scientifico. Eppure è per esportare (!) tale diritto che gli Usa hanno massacrato tutto un Iraq producendo solo distruzione e caos. E non solo questo.

Il diritto non è un’invenzione dell’uomo ma una scoperta perché esso si trova in natura. Il gioco elettorale può servire solo ad eleggere coloro che regolamenteranno la fruizione del diritto stesso attraverso le cosiddette leggi (diritto positivo). Naturalmente, parliamo oggi, nel 2005 e non più ai tempi dei romani il cui diritto positivo, basato sul binomio proprietà-autorità, ha formulato secoli di falsa civiltà. Per intenderci bastano due esempi paradigmatici: il nostro cane abbaia quando ha fame, insomma perché ha diritto di mangiare per non morire. Se il suo diritto di mangiare per vivere dipendesse da noi, dipenderebbe da noi anche la nostra eventuale decisione di farlo morire di fame. Ma l’esempio più calzante è quello di ogni neonato umano, il quale reclama il cibo - cioè il diritto di nutrirsi - piangendo, diritto che gli viene dal solo fatto di essere nato, e che è il diritto di vivere!

Ebbene, che fa il nostro sedicente “Stato di diritto” nei riguardi di ogni neonato del suo territorio? Semplicemente lo affida alla famiglia dello stesso, che può non avere mezzi per soddisfare la fame del neonato almeno in misura e modalità ottimali con ciò sol dimostrando che non esiste alcuno “Stato di diritto”. Dal riconoscere il diritto del neonato ad avere quanto la comunità dispone per nutrirlo nel migliore dei modi, derivano tutta l’essenza e tutta la (in) civiltà di quello Stato di diritto che ancora non esiste. Non è questa un’affermazione arbitraria ma soltanto la constatazione di una realtà che oggi - oggi ripetiamo - grida spesso vergogna. Parimenti, dal riconoscimento del diritto del neonato deriva tutto il resto come insegna la biologia applicata al sociale. Volere nutrirsi vuol dire volere esistere e volere esistere significa volere essere anche curato, rassicurato, istruito, ricevere quanto gli è necessario per diventare-essere sé stesso, quindi non essere catechizzato ovvero non subire il sequestro preventivo della ragione, essere libero di crearsi affetti, valori e ideali e identificarsi via via con il proprio corpo, con gli affetti rassicuranti e infine con i valori.

Riconoscere il dritto alla nutrizione globale del neonato è il solo punto di partenza per riconoscere al nuovo soggetto il diritto di diventare-essere sé stesso. Perciò, quando ci parlano di “Stato di diritto” in un contesto in cui il neonato è di fatto abbandonato alla capacità e povertà di chi si occupa di lui, possiamo e dobbiamo rispondere solo con una risata sarcastica e tagliente come inerente a colui che parla di un diritto di cui non conosce il significato.

E’ di questi giorni la (finta) scoperta del maggiore prezzo del latte in polvere in Italia rispetto al resto dell’Europa a confermare il carattere ladronesco del neoliberismo italiano. Si finge, appunto, di scoprirlo solo ora! E si minacciano pene pecuniarie ai responsabili come se il problema consistesse nel fare mercato onesto con i neonati! Ma chi può credere che le autorità preposte al controllo dell’onesto ladrocinio per alimenti di prima necessità di neonati abbiano scoperto solo ora il suddetto “surplus” furtivo su ciò che semplicemente dovrebbe essere distribuito gratis ai bambini?! Se l’industria e il commercio di tale alimento potessero davvero agire nell’ignoranza delle “autorità”, il fatto, che sarebbe dovuto essere abolito al suo sorgere, sarebbe davvero molto più grave. Non solo, i responsabili (cioè i ladri) sarebbero dovuti essere privati della licenza industriale-commerciale per indegnità e, ove opportuno, chiusi a tempo indeterminato in un istituto di rieducazione sociale. Ma si è trattato solo di un incidente solvibile (ma non mi pare che sia stato risolto) con la restituzione parziale della refurtiva. Ma i ladri legali continuano a rubare legalmente e bambini ad attendere che qualcuno trovi i soldi per comprare loro l’alimenti vitale. Tanto che nessuno degli aventi in carico i bambini può sempre comprare la “merce” sia pure a un prezzo “onesto”, di cui spesso le piccole creature restano prive. Del resto, la stessa cosa avviene, e senza ombra di scandalo, con i testi di scuola (alimento mentale), ove la speculazione ladrocinica ha carattere parossistico senza che nessuno Stato se ne accorga.

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Il socialismo altro non è che la risposta fisiologica ai dritti naturali a partire dal bisogno del neonato, e lo Stato di diritto è soltanto uno Stato socialista. La caratteristica del socialismo vero è quello di avere al centro uno Stato, che altrove ho definito economico come il buon padre di famiglia che gestisce razionalmente l’economia del proprio gruppo affettivo senza discriminazioni. Perciò, fa ridere l’accostamento del socialismo con i vari Pannella, nemici di ogni Stato sociale come amici viscerali della più grande criminocrazia del mondo detta Usa. Criminocrazia sta per “associazione per delinquere”. Ridicolo è sentire parlare di ricostruire il socialismo sulla scia di un Bettino Craxi, distruttore della scala mobile e firmatario della nuova sudditanza clericale, specie quando certi promotori parlano di un Berlusconi - complice diretto di Bush - come di un non impossibile alleato quando questo signore è solo amico di sé stesso e del potere con cui s’identifica, salvo a scodinzolare fra le gambe del padrone yankee.. E ridicolo sentire un sindaco bolognese, già sindacalista “rosso”, difendere la legalità, dacché la legalità corrente, cioè borghese è, come abbiamo già visto, molto simile alla criminalità. Quanto sta avvenendo nella “liberalissima Francia” - patria della signora ghigliottina del 1789 - può essere un’anticipazione di quanto potrà avvenire altrove e soprattutto in Italia, dove i precari sono solo degli strumenti del capitale e i disoccupati solo un ingombro quando non anche la condizione per abbassare i costi del lavoro”.

Quanto il diritto borghese non abbia niente a che vedere con il vero diritto ci basta a dircelo il cosiddetto diritto ereditario e quello della famiglia. Il primo ci dà neonati ricchi e neonati indigenti provandoci come il semplice non nascere uguali è la fonte di ogni male sociale anzi una causa primaria della criminalità capitalista, che si può chiamare “mafia” (senza esserlo). Quello di famiglia ci dà, fra l’altro, degli uomini separati dannati a ridurre se non a dimezzare propri proventi da lavoro per sostenere l’altro coniuge, e donne separate invitate a “cercarsi lavoro”, come se per averlo bastasse cercarlo, sempreché non si tratti di fare le sguattere o le puttane. Quale Stato di diritto?

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Signori mestieranti della politica del potere, smettiamola di parlare di diritto, la cui ignoranza vi rende indegni del posto che occupate come dilettanti di una materia che è molto più grande del vostro cervello. Il “paradigma del neonato” v’inchioda alle vostre irresponsabilità perché il neonato, che è espressione del bisogno-diritto di vivere, nasce in un certo modo e cresce esprimendo in maniera diversa lo stesso bisogno-diritto articolato secondo i più vari aspetti dell’esistenza. Per esempio, come abbiamo già detto, può nascere privo di tutto, perfino di un tetto, o sommerso da ogni ben di dio. Queste differenze abissali, mostrano, senza tèma di smentita, che non esiste lo Stato di diritto. Forse la vostra dotta ignoranza vi fa credere che ove un bambino vive di elemosina e un altro di abbondanza di beni, esista lo Stato di diritto solo perché il parlamento è il prodotto del gioco elettorale, proprio perché non conoscete il vero diritto.

Il neonato cresce. Entra nell’età scolare. La frequenza scolastica richiede uno sforzo progressivo di spese che per il povero è un dramma anche quando lo Stato elargisce elemosine a titolo di carità tanto grottesca quanto più avviene nella cosiddetta “patria del diritto”.

Un disoccupato involontario è un neonato invecchiato abbandonato agli eventi. Il lavoratore precario è un neonato cresciuto nell’atto in cui viene “usato” dal capitale nella maniera più indegna de solito.

Con il neoliberismo si appiattisce lo Stato senza diritto dove la concorrenza predatoria (predonomica) si fa agonistica e senza quartiere.

E’ di questi giorni l’incontro di alcuni ex socialisti e democristiani che lamentano la scomparsa dei partiti tradizionali. Al cui posto sono sorte sigle senza contenuto storico e si chiedono perché... incapaci di pensare che la causa di questa degenerazione è, in primis, la scomparsa dell’Unione Sovietica, non perché questa fosse il paradiso ma senz’altro un polo antagonista e, in secondo luogo, la bipolarità del parlamento su una base comune, che costituisce l’aspetto politico del neoliberismo. Sono incapaci di pensare che il problema di sempre uno solo: l’esistenza di uno Stato capace di organizzare il lavoro e di distribuirne prodotti alla collettività del paese a partire appunto dai neonati, con l’uso razionale di una moneta strumentale, cioè passiva. Tutto il resto sono chiacchiere, di cui industriali e parlamentari - ovvero padroni predonomici e servi politici - fanno del tutto per ubriacarcene.

La grande sfida della civiltà dell’uomo è lo Stato di diritto al di là del quale sta, anche per effetto del cosiddetto progresso tecnologico, l’estinzione della specie, di cui i vari Bush e complici sono i becchini!

Carmelo R. Viola

Centro Studi Biologia Sociale

crviola@mail.gte.it