Home > Funerali di un giovane ucciso dalla polizia: rabbia a New York
Funerali di un giovane ucciso dalla polizia: rabbia a New York
Publie le martedì 5 dicembre 2006 par Open-PublishingNella città si riaprono vecchie ferite, ritorna alla memoria Amadou Diallo insieme a tutte le altre vittime della polizia durante l’amministrazione Giuliani. Una serie di delitti mandati assolti come tragiche fatalità, un indennizzo in denaro alle famiglie e poliziotti trasferiti ad altre mansioni.
A woman protests during a rally against the recent shooting of Sean Bell
di Roberto Rezzo
Osservato un minuto di silenzio, i funerali di Sean Bell, il ragazzo afro americano di 23 anni crivellato dalla polizia a New York, sono sfociati in una spontanea, rabbiosa manifestazione di protesta contro le forze dell’ordine.
Quasi un migliaio di persone davanti alla chiesa di Jamaica nel Queens dove Bell avrebbe dovuto sposare la sua compagna e madre di due figli. Le nozze erano fissate per il 25 novembre, ma all’alba di quel sabato maledetto Bell viene ammazzato all’uscita del locale dove aveva appena festeggiato con un paio di amici l’addio al celibato. Secondo la ricostruzione dei testimoni, è bastato che i tre tamponassero inavvertitamente un furgone all’uscita dal parcheggio per scatenare l’inferno.
Cinque poliziotti in borghese aprono il fuoco e scaricano contro la comitiva inerme almeno 50 colpi di revolver. All’arrivo dei soccorsi il cuore di Bell ha cessato di battere, gli amici vengono ricoverati d’urgenza e uno resta tuttora in gravi condizioni.
Dr. Malik Zulu Shabazz, left, leader of the New Black Panther Party
«A morte i porci - scandiscono i dimostranti arrivati in corteo dalla chiesa sino al commissariato di polizia da cui dipendono gli agenti coinvolti - Rispondiamo al fuoco con il fuoco». Spuntano gli striscioni delle Pantere Nere. Il reverendon Al Sharpton insieme ad altri leader religiosi e dei diritti civili si adoperano per calmare la folla, perché la violenza non prenda il sopravvento.
La tensione è forte, il commissariato è circondato, agenti e dimostranti arrivano faccia a faccia aldilà delle transenne. «Basta chiamarli poliziotti, questi sono assassini», aveva detto in lacrime alla radio la compagna di Bell. Nella città si riaprono vecchie ferite, ritorna alla memoria Amadou Diallo insieme a tutte le altre vittime della polizia durante l’amministrazione Giuliani.
Una serie di delitti mandati assolti come tragiche fatalità, un indennizzo in denaro alle famiglie e poliziotti trasferiti ad altre mansioni. E ora per colpa della polizia il sindaco Michael Bloomberg si trova a fronteggiare tensioni razziali che la sua amministrazione s’è sempre adoperata con impegno per sopire. Il caso ha assunto proporzioni nazionali.
Amnesty International ha diffuso il seguente comunicato: «La polizia di New York ha mostrato ancora uan volta la sua faccia violenta. Questa tragedia non è un incidente isolato, fa parte di una serie di tattiche discutibili e abusi. Perché la polizia continua a sparare contro afro americani disarmati?».
L’organizzazione dei parlamentari neri al Congresso sta considerando di aprire un’inchiesta a Washington. A New York volano le richieste di dimissioni per il capo della polizia Raymond Kelly.
Bloomberg ha definito «inspiegabile ed eccessivo» il comportamento degli agenti ma si è schierato a difesa del capo della polizia, sottolineando che spetta al procuratore distrettuale di Queens cui è stata affidata l’inchiesta «far luce sulla vicenda e accertare tutte le responsabilità».
Gli agenti intanto sono stati sospesi dal servizio ma con regolare corresponsione dello stipendio. E nel tentativo di trovare testimoni a discarico, la polizia ha compito una serie di retate nel Queens.
Una pessima mossa, che si aggiunge alle raggelanti dichiarazioni del procuratore, secondo cui occorreranno ancora molte settimane per ricostruire la dinamica della tragedia.
La minoranza afro americana che chiede giustizia è indignata e annuncia nuove manifestazioni.
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=61524
http://www.edoneo.org/notbush.html
Men hold their fists up in protest against the death of Sean Bell