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di Spartacus
Ora che il subcomandante appare molto più sub e meno comandante - poiché nel ruolo istituzionale ricoperto s’immerge in plaudenti assise cielline mentre un manipolo di soliti estremisti rompiballe gli grida maleducatamente in faccia irripetibili improperi – ora la metamorfosi del Faust/o ha bisogno d’un’esegesi speciale.
Il dubbio amletico se fosse un comunista è questione di lana caprina che poco incide sulla sua missione. Le rifondazioni pagano in termini di riconoscimenti e solo schegge d’antipolitica possono urlargli: “E’ comoda la poltrona?”
Meschine, insinuanti sciocchezze di quella specie sognatrice e ideologicizzata dura a morire. Minoranze, movimenti magmatici che con lui hanno una rappresentanza a Palazzo, cosa vogliono di più?
Forse capire. Erano loro - eterni giovani, pacifisti-violenti, precari cronicizzati, borderline sociali - a inventarsi che un altro mondo è possibile o era il subcomandante a insinuarlo con primi piani, interviste e pipetta sul fondo delle terre del Chiapas?
Era forse quella un’ossessione inconscia di migliaia di rifondaroli che sognavano un lider maximo davvero guevarista? O più miseramente le quinte appartenevano agli studi di ‘Porta a Porta’ con l’amaca montata al posto dei divani?
Difficile a dirsi da quando una parte di quell’elettorato che a Genova aveva preso candelotti e proiettili e botte da orbi in corpo s’era fidata del Faust/o, del suo cordiale ma fermo richiamo al mai sopito fremito di rivolta, specie se lo Stato Democratico giocando duro si trasformava in Stato di Polizia.
Li cullava il Faust/o i movimenti. Si mostrava come un subcomandante in cravatta e cachemire perché giustamente l’abito non fa il monaco, contano le idee. Ma anno dopo anno le idee sue e quelle d’una parte degli antagonisti, il cui voto faceva lievitare il Partito nelle istituzioni grandi e piccine, divergevano.
Dal pacifismo il Faust/o scopriva la non-violenza poi la fede e l’antagonista, che in tempo di vacche magrissime di rappresentanza gli dava fiducia, sentiva come un vuoto in testa.
Alla notizia che il subcomandante avrebbe visitato un monastero sul Monte Athos qualche rifondarolo tirava un sospiro di sollievo pensando che la vocazione postuma avrebbe condotto definitivamente il lider maximo verso pratiche cenobitiche.
Illusione collettiva. Il Faust/o sarebbe andato lì in veste ufficiale di Presidente della Camera mai sospendendo il ruolo di prestigio che gli compete.
Se però quei malati cronici degli estremisti di casa non comprendono le evoluzioni della politica, peggio per loro. Il Faust/o - fischi o applausi - prosegue la sua strada. Potrà vestirsi da Messia o Mago Houdini.
Seguitelo per fede.
Messaggi
1. Subcomandanti, 11 aprile 2007, 21:08
Seguitelo per fede se l’adolescenza perpetua vi siadisce o se avete voglia di crescere seguitelo per convinzione che la democrazia é comporre con chi la pensa diversamente. E che non si abbandona un ideale perchè si mette la democrazia come sistema di vita pubblica al di sopra del proprio ideale.
Prima viene la democrazia in politica nell’alto senso di quest’ultima parola.
Come prima viene la legge dello stato e poi quella della propria religione nello stato laico....
Non sembra un evidenza però.
Rondone
2. Subcomandanti, 21 aprile 2007, 16:06
...meglio un sub-comandante così che i politici nostrani...
www.riberaonline.blogspot.com
1. Subcomandanti, 28 aprile 2007, 13:16
ma il sub-comandante è uno dei politici nostrani
3. Subcomandanti, 27 aprile 2007, 11:27
Dopo aver letto quest’articolo cancellerò "bella ciao"dai miei preferiti.Voi non volete veramente che le cose in Italia cambino ve lo dice un operario che da 30 anni ha che fare con un padrone.E poi mi viene da domandare:caro Spartacus comincia tu la lotta per l’assalto al palazzo d’inverno vedrai che ti troverai solo,purtroppo.Tutti questi annunci articoli contestazioni giorni inFausti servono solo a rovinare la sinistra che si trova in un momento molto critico e particolare se non lo hai capito Saluti a te .
4. Subcomandanti, 28 aprile 2007, 13:14
Caro operaio, se in trent’anni di duro lavoro t’accontenti di vedere il subcomandante in un posto di Potere anziché avere migliorie sulla tua condizione subalterna (4 lavoratori al giorno muoiono in Italia, e che dice serta "sinistra"?) credo che tu sia non alla frutta ma già ben digerito dal sistema del capitale.
un operaio che non s’arrende
1. Subcomandanti, 28 aprile 2007, 22:18
Io penso che l’articolo (?) di Spartacus non meriti assolutamente di aprire il sito di Bellaciao da un mese quasi fosse (ma spero non lo sia) un redazionale.
Niente di meglio da pubblicare che questa accozzaglia di luoghi comuni, dileggi, stupidaggini, falsita’ e insulti vari?
Comunque Spartacus e’ in buona compagnia con Paolo De Gregorio il quale, in un altro articolo, in pratica da’ del "servo dei padroni" a Fulco Pratesi (del WWF) senza che nessuno abbia, fino ad ora, pensato di rispondere.
Possibile che la redazione di Bellaciao non si accorga che simili articoli tolgono credibilita’ ed autorevolezza all’intero sito e che, se questo e’ il livello di certi collaboratori, non puo’ certo sperare di allargare la cerchia ed anzi fara’ fuggire i pochi buoni rimasti?
L’esperienza di Indymedia, chiusa da mesi anche perche’ colonizzata da troll di ogni genere, non ha nulla da insegnare?
Red Webmaster
2. Subcomandanti, 28 aprile 2007, 22:23
Certo confondere la satira con articoli di "linea politica" la dice lunga sullo spirito e le intuizioni del lettore Red Webmaster ...
3. Subcomandanti, 28 aprile 2007, 22:40
Che il pezzo di Spartacus - effettivamente un collaboratore fisso del sito anche se spesso si firma con nome e cognome e non con questo pseudonimo, comunque non è Di Gregorio - è appunto un pezzo di satira e non di "linea politica" mi pare cosa del tutto evidente ....
Mi sembra però che il "Webmaster" non abbia per niente torto quando si riferisce alla oggettiva sciatteria e trascuratezza del sito, di fatto - dopo tanto censurare nel periodo della crisi-lampo del governo Prodi - ormai abbandonato a se stesso ed ad ogni tipo di incursione, anche di fascisti e di provocatori in genere ......
K.
4. Subcomandanti, 29 aprile 2007, 10:50
Anche a me non piace il pezzo di Spartacus. Si alimenta di quella tendenza presente a sinistra (soprattutto all’estrema) che si basa più sul dileggio personale che sul confronto tra idee diverse (e meglio ancora sull’esito pratico di tali idee).
Non voglio fare quello che rimpiange i tempi passati. ma da questo punto di vista c’è stato uno spartiacque, e non in positivo, tra il 68 e il 77. Il 68 vedeva polemiche molto aspre, soprattutto tra l’estrema sinistra e il PCI, dove non mancavano le esagerazioni e le denigrazioni ma in cui si sentiva l’obbligo di contrapporre argomento ad argomenti (magari a colpi di eccessive citazioni di testi sacri, che per lo meno qualcuno leggeva).
E’ stato soprattutto il ’77 che ha portato lo scontro dal piano del: "le mie idee sono migliori delle tue", a quello del "sei un nemico e quindi devo impedirti di parlare". Naturalmente il ’77 non fu solo questo e le responsabilità sulla sconfitta di quel movimento sono da ripartire tra varie parti, ma la mia impressione è che quel metodo si sia esteso, tanto più quanto si sono impoverite le idee.
Una buona discussione critica sulle strategie politiche dei vari soggetti della sinistra sarebbe benvenuta. Ma quello che vedo (anche da Bella Ciao) sono in gran parte solo moralismi qualunquistici. Detto senza offesa mi sembra di leggere i giornali della destra di un tempo (il Borghese, il Candido) quelli che sproloquiavano su Berlinguer nobile e proprietario di un isola.
Bisognerebbe chiedersi se oggi esiste un fenomeno diffuso di "qualunquismo di estrema sinistra" e quali siano le sue radici sociali.
Franco
5. Subcomandanti, 29 aprile 2007, 12:33
La indubbia differenza tra il 1968 ed il 1977 mi pare c’entri molto poco .....
Lì la differenza fu soprattutto politica, con la P maiuscola.
Nel 1968 sinistra tradizionale e "nuova sinistra" si fronteggiarono e polemizzarono, anche molto pesantemente, ma su un terreno che le vedeva tutte e due comunque all’opposizione e partendo da una cultura politica che comunque le accomunava, almeno come punti di riferimento iniziali.
Nel 1977 il Pci era nella maggioranza, sognava molto velleitariamente di entrare direttamente nel governo e doveva per questo mostrarsi "affidabile" come controllore e "pompiere"delle lotte popolari.
L’esplosione del movimento del 1977 rappresentava invece la diretta negazione di questa "affidabilità" del Pci, che quindi si pose come nemico principale ed irriducibile di quel movimento.
Movimento che peraltro era, a differenza del 1968, molto più "estraneo" - cosa cui naturalmente io tendo a dare, a differenza immagino di Franco, una valenza positiva - alla cultura della "tradizione comunista" sia italica che internazionale.
Ma, una volta detto questo, credo che dopo 13 anni di berlusconismo e quindi di dibattito ampiamente sopra le righe, di demonizzazione reciproca degli avversari politici, di ringhiosità spesso più di maniera che di sostanza fattuale o di effettive differenze politiche nel merito pratico delle questioni, dare al 1977 - cioè 30 anni fa ! - le colpe di questa clima mi sembra veramente fuori dalla realtà .....
La verità è che Rifondazione, cui pure sono iscritto e membro di direttivo di un circolo, non sa come giustificare le scelte seguite alla crisi-lampo del governo Prodi.
E quindi tende ad inventarsi di tutto, dall’allucinante teoria del "complotto trotzkista internazionale" ad opera di Turigliatto fino all’enfatizzazzione della contraddizione violenza-non violenza, declinata continuamente anche di fronte a contestazioni senz’altro discutibili nelle forme e nei contenuti ma che di "violento" non hanno assolutamente nulla ....
Per quanto poi riguarda l’articolo di Spartacus è fin troppo evidente che si tratta di un pezzo, anche molto ben fatto, di satira politica.
L’assurdo casomai è il fatto che campeggia ormai da un mese come articolo di apertura del sito, acquisendo così una valenza anche politica del tutto esagerata.
Ma questo è dovuto alla trascuratezza con cui da mesi viene gestito questo sito, non è mica colpa di Spartacus ....e meno che mai del movimento del 1977 .....
K.
6. Subcomandanti, 29 aprile 2007, 18:46
Naturalmente non volevo attribuire al movimento del ’77 un articolo che personalmente continuo a ritenere sostanzialmente qualunquista. Il punto che volevo sottolineare e che ho già evidenziato in altri commenti è che negli interventi critici nei confronti di Rifondazione, molti dei quali se la prendono personalmente con Bertinotti, trovo molti insulti, esagerazioni, demagogia e poche idee e proposte.
In questo senso (ma non vuole essere un’analisi, solo una sensazione) trovo un modello polemico che si basa più sulla distruzione politica e morale dell’avversario che non la convinzione di avere una proposta più convincente per ottenere, ad esempio, il ritiro dei soldati italiani dall’Afghanistan, la chiusura dei CPT, la legge sui PACS, il superamento della legge 30 ecc. ecc.
Anche se in larga misura condivido la politica di Rifondazione penso che sarebbe utile poter confrontare anche polemicamente ipotesi, strategie, prospettive politiche diverse. Trovo invece una certa flatulenza moralistica.
Quanto alla tesi del "complotto trotskista inernazionale", avendo scritto su questo tema proprio su Bella Ciao, mi pare giusto sottolineare che la scelta di Turigliatto non è derivata da un suo problema di "coscienza", ma dall’applicazione di una strategia politica apertamente dichiarata da mesi dalla sezione italiana della Quarta Internazionale e che questa strategia sia coerente con alcuni presupposti politici e ideologici di questa tendenza che risalgono almeno ai tempi del "fronte popolare" francese e spagnolo. In questo caso una strategia politica c’è, non un complotto, e quindi è giusto confrontarcisi.
Franco
7. Subcomandanti, 29 aprile 2007, 19:51
Premesso il fatto che il nome della corrente di Turigliatto su questo sito non può essere pronunciato ( appena si scrivono in fila le due fatidiche paroline, articoli e commenti vengono cancellati automaticamente, cosa che del resto avviene anche se si scrive interamente il mio abituale nick e non solo la lettera iniziale puntata, provare per credere ...) dico subito che io con questa corrente non c’entro nulla, sono lontano anni luce da una impostazione trotzkista e da ogni impostazione ideologico/politicista.
Una volta chiarito questo, dico pure però che al "complotto" o alla indicazione generale della Quarta Internazionale non credo proprio.
Non si capirebbe infatti perchè altri esponenti della Quarta Internazionale presenti sia alla Camera che al Senato nelle file del Prc avrebbero invece votato a favore della mozione D’Alema.
E non si capirebbe poi perchè lo stesso Turigliatto abbia in seguito regolarmente votato a favore di altre leggi o mozioni del centrosinistra.
Vorrei peraltro ricordare che l’ astensione di Turigliatto e di Rossi ( quest’ultimo poi stalinista e nostalgico della Unione Sovietica e quindi ben lontano da ogni suggestione di tipo trotzkista) non fu affatto determinante per la caduta del governo Prodi ; se infatti i due avessero votato si sarebbe alzato il quorum e il governo sarebbe comunque andato sotto.
Penso quindi che i problemi veri di Rifondazione siano altri, a cominciare dal sostanziale fallimento del progetto Sinistra Europea e più in generale dalla oggettiva rottura determinatasi, intorno a quella crisi-lampo, nel rapporto più generale coi movimenti.
E qui, anche se Rifondazione non è certo il Pci dei settanta ed il nascente "partito democratico" non può essere paragonato alla DC di quegli anni, indubbiamente qualche vaga analogia con la situazione del 1977 credo che ci sia.
Anche Rifondazione crede oggi, come il Pci di allora, di dover dimostrare una propria "affidabilità" controllando l’irruenza dei movimenti ed anche Rifondazione, come il Pci di allora, invece non riesce di fatto a controllare alcunchè.
Da questo l’enfatizzazione fuori luogo della dicotomia violenza-non violenza, con la differenza, rispetto al 1977, che di violenza politica nella società quasi non ne esiste alcuna, almeno non ne esiste alcuna riconducibile a sinistra ( salvo enfatizzare, anche questo assai a sproposito, la reale consistenza politica ed organizzativa di venti presunti neobrigatisti che peraltro non avevano ancora sparato a nessuno).
Come si esce da questa contraddizione francamente non lo so, sono anche assai dubbioso sul fatto che si possa riuscire ad unificare Rifondazione con gli spezzoni fuoriusciti dai DS, salvo esercitare un’ulteriore "strappo", passando dall’ idea di una rifondazione "comunista" a quella di una rifondazione "socialdemocratica" , come pure qualcuno in questi giorni propone....
Certo comunque che questi problemi non si risolvono con gli anatemi o dando degli "untori" e dei "violenti" a tutti quelli che non sono d’accordo ......
E meno che mai mettendo in piedi forme puerili di censura come si è fatto su questo sito, salvo poi aprirlo senza più moderazione alcuna agli interventi di fascisti e di provocatori vari ....
K.
8. Subcomandanti, 29 aprile 2007, 23:00
Non credo che il problema di Rifondazione di oggi sia di controllare l’irruenza dei movimenti, nè mi sembra che sia questo l’obbiettivo che si è posto il partito. Tant’è che ha promosso la manifestazione nazionale contro la precarietà e ha dato un impulso forte al successo della manifestazione di Vicenza.
Il problema si apre quando non i movimenti in astratto ma alcuni soggetti politici concreti sulla base della propria strategia cercano di trasformare dei movimenti di massa, necessariamente pluralisti, in una clava contro il governo e all’interno del governo soprattutto contro Rifondazione Comunista. E’ questo che finora ha danneggiato i movimenti stessi, più che la politica di Rifondazione.
L’operazione di Turigliatto, al di là della disputa sulla sua responsabilità nel far cadere il governo ha concretamente indebolito i movimenti perchè ha determinato nella coscienza di molti un corto-circuito tra lotta per un obbiettivo concreto (ad esempio il No Dal Molin) e messa in crisi del governo. Questo ha reso più difficile mantenere alto il movimento contro la base USA a Vicenza.
(A proposito delle sue responsabilità, e di onestà inetllettuale, il massimo organismo della Quarta Internazionale, con un proprio documento in inglese, ha rivendicato a Turigliatto il merito di aver fatto cadere il governo Prodi, mentre in Italia i suoi sostenitori si arrampicano sugli specchi per sostenere il contrario.)
Turigliatto ripropone una strategia politica, quella della desistenza, che il PRC ha perseguito dieci anni fa, che peraltro non diede grandi risultati, e lo fa in una situazione politico-istituzionale che non consente lo stesso tipo di manovra.
Questa strategia è la stessa che Turigliatto e Cannavò avevano proposto al congresso di Rifondazione e a tutti i Cpn successivi con documenti che sono sempre stati sonoramente sconfitti. Quello che è chiaro (leggi gli inteventi soprattutto di Cannavò sui siti internazionali della Quarta Internazionale) è che l’esclusione di Turigliatto era già stata messa nel conto da mesi. Già a novembre dello scorso anno Cannavò scriveva (in inglese) che Sinistra Critica aveva deciso una "exit strategy" da Rifondazione Comunista.
Se tutto il resto rientra nella normale dialettica politica, la scelta di entrare in Parlamento nelle liste di Rifondazione sapendo già dall’inizio di preparare la rottura, mi sembra ponga un qualche problema di correttezza e di lealtà.
Franco
9. Subcomandanti, 30 aprile 2007, 07:44
Non è un caso infatti che tutto il problema esplode - a partire da una mozione tutt’altro che necessaria ed obbligatoria presentata da D’Alema al Senato - all’immediato indomani della enorme manifestazione di Vicenza.
Cioè nel momento della maggiore vicinanza tra Rifondazione e tutti i movimenti e della massima espressione di massa di questa vicinanza.
E’ allora, senza che Turigliatto o Rossi siano determinanti - se non per essere eletti ad utili "untori" della situazione nei giorni immediatamente successivi - che viene fatto esplodere il tutto.
Ed è da quel momento che si pretende in modo più rigido che nel passato da Rifondazione l’esercizio del ruolo di "controllore" dei movimenti.
Ed è dallo stesso momento che si evidenzia la crisi irreversibile, anche al livello nazionale, del progetto "Sinistra Europea" che comunque non è che fino a quel momento godesse, almeno a livello appunto "europeo", di chissà quale buona salute .....
E da questa crisi irreversibile appunto non si esce nè con le purghe nè con gli anatemi .....
K.
10. Subcomandanti, 30 aprile 2007, 09:49
Ognuno deve pur prendersi le proprie responsabilità. La scelta di Turigliatto e Rossi ha dato una mano ad una offensiva moderata all’interno del Governo tesa ad impedire la congiunzione, pur nella reciproca autonomia, tra la sinistra che sta al governo e i movimenti. Impedire questa congiunzione, è anche l’obbiettivo di Turigliatto e Cannavò (Rossi mi sembra un pò sbandato) che pensano in tal modo che si apra lo spazio per il loro soggetto politico. Questo era ed è l’obbiettivo politico dell’operazione compiuta da Turigliatto, creare un solco tra movimenti e Rifondazione. Con il risultato di indebolire gli stessi movimenti che rischiano di essere isterilito nel recinto de gruppuscolarismo estremista.
Quanto al progetto della Sinistra Europea, le difficoltà che incontra a livello europeo, derivano soprattutto dal tentativo di rinchiudere le componenti della sinistra alternativa ognuna all’interno del proprio recinto ideologico che sia il neostalinismo del KKE o l’opposizionismo di principio delle correnti trotskiste. Il risultato di queste spinte è che l’unico soggetto politico che si muove a sinistra a livello europeo rischia di esso una socialdemocrazia, sempre più socialliberale.
Quanto alla dimensione italiana della Sinistra Europea, mi pare che ponga il tema giusto, aprire uno spazio pluralista per la sinistra che non si riconosce nel Partito Democratico, cercando di attivare una forma politica che rimetta in circolazione soggetti che oggi non fanno politica nei partiti.
Semmai il dato che emerge è che l’accelerazone dovuta alla uscita della sinistra DS la rende non più sufficiente a rispondere ai mutamenti della situazione. Ma non è detto che il quadro non cambi ulteriormente e che l’SE non rimanga uno strumento non solo utile ma necessario.
Franco
11. Subcomandanti, 30 aprile 2007, 09:53
P.S. Quanto alle purghe, francamente non ne vedo in giro. Basta vedere che cosa succede nei gruppi che escono da Rifondazione da sinistra come Ferrando, ma anche da destra come il PdCI, per vedere che cosa succede quando a "comandare" ci sono gli altri.
Franco
12. Subcomandanti, 30 aprile 2007, 10:28
Che Ferrando o ancora di più la dirigenza del PdCi - figlia della peggiore tradizione stalinian-togliattiana - siano largamente peggiori del gruppo dirigente di Rifondazione a me sembra una cosa ovvia e scontata.
Però mi sembra innegabile il fatto che la vicenda della crisi di governo ha imposto anche a Rifondazione un modo di porsi non troppo dissimile appunto ad una certa "tradizione comunista", a partire proprio da quella "doppiezza" tipica dell’eredità togliattiana.
E comunque la questione Turigliatto, con Giordano che ne annuncia l’"allontamento" prima ancora che ne fosse investita la Commissione di Garanzia ( ancora presieduta dal vetero-stalinista Cappelloni, quello del processo al "Manifesto" del lontano 1969 !) è innegabilmente una "purga".
Come altro la vogliamo chiamare ?
Ma, al di là di questo, quello che più mi preoccupa è proprio l’ andare a spanne del gruppo dirigente e di Bertinotti in particolare.
Soprattutto quando, in pieno svolgimento dei congressi locali per la Conferenza di Organizzazione, demolisce in un’ intervista il progetto della Sinistra Europea ( cioè l’oggetto di quei congressi) per passare a quello, ancora più aleatorio ed indeterminato, del "cantiere".
Ma ancora di più mi preoccupa quanto riferito da Gino Strada - difficilmente considerabile un estremista trotzkista o ancora meno un "violento" e comunque mai smentito in questa affermazione - secondo cui Bertinotti gli avrebbe detto che la presenza dei militari in Afghanistan sarebbe necessaria "per costruire l’Europa" .....
Che mi pare addirittura un concetto "colonialista" ... già sull’Europa avrei qualche perplessità di fondo ... ma che la stessa Europa si costruisca in Afghanistan mi sembra qualcosa di veramente indecente .....
Rifondarolo dubbioso
13. Subcomandanti, 30 aprile 2007, 17:58
Si può pensare di stare in un partito che sta al governo e contemporaneamente dichiarare che si sta costruendo un altro partito che fa l’opposizione a quel medesimo governo, come pretende la Quarta Internazionale (e già mesi prima dell’esclusione di Turigliatto). Tenersi Turigliatto, voleva dire trasformare Rifondazione in quello Gramsci a suo tempo avrebbe chiamato un "circo Barnum".
Sulla Sinistra Europea e sul cantiere: a me pare che siano due processi paralleli. Il primo si colloca su un profilo politico più netto, il secondo è aperto a soggetti più differenziati e quindi anche l’esito politico e organizzativo deve essere più aperto. Perchè due processi paralleli enon uno solo? perchè nel frattempo è successa quella bazzecola che si chiama scioglimento dei DS, costruzione del Partito Democratico, e separazione di un pezzo consistente del gruppo parlamentare di questo partito.
Sulle dichiarazioni di Bertinotti: pur potendomi considerare in senso lato un "bertinottiano", confesso che non sto a fare l’esegesi di tutto quello che dice l’ex segretario di Rifondazione. Attività a cui si dedicano molti dei suoi critici, che forsero potrebbero dedicarsi più utilmente a chirire le proprie idee. Sulla frase che riguarda l’Afghanistan andrebbe capito il contesto. Se dovessi interpretarla io direi cosi: "se l’Europa in un contesto come quello afghano riuscisse a presentare un profilo comune alternativo alla logica della guerra preventiva USA, e orientato invece ad una soluzione pacifica del conflitto tale da ristabilire la sovranità nazionale e i principi democratici e civili fondamentali, questo sarebbe un contributo importante ad affermare la costruzione europea come alternativa ai neoconservatori americani". Non ci troverei niente di scandaloso, anzi mi sembrerebbe condivisibile.
Franco
14. Subcomandanti, 30 aprile 2007, 20:13
A volte si parte da un’assunto per poi giustificare tutto il resto del discorso.
Quello, in questo caso, che farebbe discendere il comportamento (peraltro non decisivo) di Franco Turigliatto nel caso della famosa votazione al Senato come un ordine ricevuto dalla "Quarta Internazionale" ( che sarà pure assai politicista e demodè ma non mi sembra propriamente una "Spectre" con poteri così assoluti ...)
Anche io sono sostanzialmente un bertinottiano, al congresso ho votato la sua mozione, anche se preferivo largamente il Bertinotti "movimentista" a quello istituzionale.
Ma si dà il caso che la corrente di Turigliatto ( che qui non si può nominare altrimenti si cancella automaticamente il messaggio, a proposito dell’imbecillità di certa "tradizione comunista") non sia nemmeno così direttamente, a differenza dei fuoriusciti di Ricci e di Ferrando, riconducibile all’impostazione trotzkista ed ai presunti ordini della Quarta Internazionale.
Non mi sembra infatti che autorevoli esponenti di detta corrente come Malabarba o Cremaschi possano essere definiti tout court trotzkisti ....
Ma il problema non mi sembra nemmeno tanto il merito dell’ "allontanamento" ( quanta ipocrisia nel non chiamarla espulsione) dello stesso Turigliatto quanto una questione più generale di metodo.
Quell’ "allontanamento" è stato deciso praticamente in casa DS ( o se preferisci nel "partito democratico" in fieri) nonchè sulle pagine di Repubblica, la sentenza finale è stata annunciata da Giordano prima ancora che fosse aperto il provvedimento nelle sedi competenti ( la famosa "affidabilità" da dimostrare in stile Pci 1977 !) ed ha infine portato al risultato di trovarci veramente adesso con un senatore in meno di maggioranza ( anche se Turigliatto ha poi sempre votato col governo, forse la Quarta Internazionale ha cambiato idea ...) e in quella Camera proprio non se ne sentiva il bisogno .....
Turigliatto a parte, poi non si può sempre salvare capra e cavoli ...
O si fa la Sinistra Europea ( anche se come aggregazione non si era andati, prima di questo casino, oltre Folena) o si fa il Cantiere che è tutta un’altra cosa che non a caso qualcuno, tra cui molti compagni dell’ "Ernesto" ( trotzkisti anche i nipotini di Togliatti e Cossutta ?), definisce come un progetto di "rifondazione socialista" e non più "comunista".
I due progetti, ferma restando la necessità di creare in ogni caso un qualche raccordo sui contenuti tra tutte le sinistre fuori dal Partito Democratico, sono completamente alternativi ....... o se ne fa uno o se ne fa l’altro ..... e di fatto, nella situazione data, nessuno dei due porta ad un rapporto fecondo coi movimenti reali ...
A meno che non si concepisca il tutto come un semplice "cartello elettorale" ma allora non parliamo di progetti !
Per concludere, la tua interpretazione sulle presunte dichiarazioni di Bertinotti a Gino Strada mi sembra molto aulica e soprattutto assai consolatoria.
Ma quand’anche fosse l’interpretazione giusta, vogliamo negare che si tratterebbe di una virata di 180 gradi rispetto alla posizione precedente di Rifondazione sull’Afghanistan e sulle guerre in genere ?
In quale congresso, conferenza, consesso di partito, è stata mai decisa una "svolta" di questo tipo ?
E da quando per Rifondazione il governo di Karzai e dei signori afgani della guerra e dell’oppio è diventato un "governo democratico" ?
Anche di queste laceranti contraddizioni vogliamo dare la colpa ai "violenti immaginari" o alla Quarta Internazionale ?
K.
15. Subcomandanti, 30 aprile 2007, 22:53
Giusto per chiudere la discussione.
Malabarba è uno dei dirigenti storici della sezione italiana della Quarta Internazionale, come Turigliatto e anche Cannavò (che appartiene ad una generazione più giovane). Cremaschi non è trotskista, ma non mi risulta nemmeno che faccia parte della loro corrente, anche se dall’esterno ha appoggiato la polemica contro Rifondazione, per fare cosa non mi è del tutto chiaro, visto che parla a nome della rete 28 aprile, che è (o era) una tendenza CGIL politicamente eterogenea.
Io non ritengo che ricevano ordini dalla Quarta Internazionale, ritengo che siano coerenti con la linea maggioritaria di questa organizzazione, come dimostra il sostegno che hanno ricevuto nella ultima riunione del Comitato Internazionale della Quarta. Dove sta scritto che Turigliatto ha fatto cadere il governo Prodi e per questo va ringraziato. Lo scrivono loro sul sito "International Viewpoint" che è il loro organo ufficiale in inglese. Così come Cannavò aveva scritto sullo stesso sito mesi fa che la sua corrente aveva approvato uno "exit strategy" da Rifondazione Comunista. Ripeto, basta leggere quello che loro hanno scritto, dopo di ché si può pure essere d’accordo, ma non si può raccontare che Turigliatto è stato sconvolto da problemi di coscienza, questa - scusa- è una favola per gonzi. Allora bisogna dire se si condivide o meno la sua strategia politica
Sull’Afghanistan sarebbe bene evitare di fare della demagogia e discutere di ciò su cui non si è d’accordo. La mia posizione che ho espresso su questo sito si basa su due principi: 1) bisogna essere contro la guerra; 2) bisogna collaborare con il popolo afghano per evitare che la fine della guerra significhi il ritorno dei talebani o una nuova guerra civile.
Mi pare che questa sia più o meno anche la posizione di Rifondazione, non molto diversa da quella sostenuta prima di andare il governo.
Su questi due punti ci possono essere valutazioni diverse: Sul primo punto si può sostenere che Rifondazione non debba accettare il compromesso su cui si è cercato di tenere ferma la maggioranza, ovvero restare in Afghanistan, ma stare fuori dalle province dove si combatte. Chi non condivide questo compromesso dovrebbe spiegare quale strategia propone per raggiungere l’obbiettivo del ritiro.
Sul secondo punto una parte dell’estrema sinistra sostiene che si debbano sostenere i talebani in nome dell’antimperialismo (non è una esagerazione polemica, quando si manifesta in sostegno della resistenza afghana si fa esattamente ciò).
Quindi sul primo punto la differenza è tattica: quali strumenti abbiamo per raggiungere il risultato. Sul secondo è una divergenza di principio. Chi pensa che la sinistra debba sostenere i tagliagole talebani almeno eviti di dare lezioni di pacifismo.
Franco
16. Subcomandanti, 1 maggio 2007, 12:58
Malabarba vine da Democrazia Proletaria e soprattutto dalle lotte operaie all’Alfa di Arese.
E’ stato con Tiboni nella Fim/Cisl, è poi stato uno dei fondatori dello Slai/Cobas - sindacato di stretta osservanza tradizionalista m-l - ed infine, proprio sul rapporto con Rifondazione rifiutato dagli altri dello Slai, è finito nel Sincobas ed è poi approdato al Senato, lasciando dopo pochi mesi il posto ad Haidi Giuliani. E se l’obiettivo premeditato di quella corrente del Prc fosse stato fin dall’inizio far cadere il governo Prodi, col cavolo che avrebbe lasciato una postazione così decisiva ....
Non vedo "trotzkismi" o altri politicismi in tutto ciò, bensì un legame sempre netto con i movimenti di massa reali, se poi Malabarba fosse pure iscritto alla 4^ Internazionale questo sarebbe un elemento del tutto secondario e marginale ; sarebbe decisamente una cosa rara trovare un "trotzkista" così poco "ideologico" e così radicato nelle lotte della "gente in carne ed ossa" ....
Uno così è più facile che "prenda ordini" dai cassintegrati di Arese che non da consessi internazionali di burocratini intellettualoidi ....
Lo stesso discorso per Cremaschi, che ormai fa parte integralmente della stessa corrente del Prc, che, come dici pure tu, trotzkista non è stato mai, addirittura è stato insieme a Marco Revelli uno dei più ascoltati consiglieri di Bertinotti ( roba in gran parte loro tutta la teoria sul "superamento del novecento" e sulla "non violenza conflittuale") e da qualcuno veniva addirittura considerato, qualche anno fa, come il più probabile successore dello stesso Bertinotti alla segreteria del Partito.
Quindi certi schemini manichei e consolatori sui cattivoni "trotzkisti", che tramano a livello mondiale sul povero governo Prodi che invece sarebbe senza macchia e senza paura, non stanno minimamente in piedi.
Non vedo poi nessuna risposta convincente sulla contraddizione tra "cantiere" e "sinistra europea".
E sull’Afghanistan neppure ...di sostegno alla "resistenza afghana" cioè ai talebani, a differenza di quella più variegata irakena, ho sentito cianciare soltanto i nazi-maoisti del cosiddetto Campo Antimperialista e, in maniera più sfumata, quel cialtrone di Ferrando ... quindi il tuo mi sembra l’ennesimo "anatema" strumentale e consolatorio ....
Rimane il fatto che tra il sostenere il ritiro delle truppe, come faceva il Prc fino a due mesi fa, ed il parlare oggi di consolidare in Afghanistan una presenza militare europea sia pure col fine, assai velleitario, di contenere l’influenza americana, il cambiamento di linea mi pare abissale ......
E un cambiamento di linea così pesante non si definisce certo con una semplice intervista di Giordano a Repubblica ..... e nemmeno si risolve la contraddizione attivando la Commissione di Garanzia di Cappelloni, anche se probabilmente, questo lo credo anch’io, Turigliatto non aspettava altro ....
Ma le migliaia e migliaia di altri compagni e compagne non "trotzkisti" nè "violenti" - come anche il sottoscritto - che non sono convinti, sia nel metodo che nel merito, di queste "svolte" e che, senza poter avere sedi di discussione adeguate, stanno semplicemente defilandosi dall’ impegno di partito non sono un problema per il gruppo dirigente ?
Pe non parlare dei semplici votanti, ne incontro tutti i giorni, che dicono per gli stessi motivi che si asterranno già alle prossime amministrative ?
Mica esiste solo Turigliatto ......
K.
17. Subcomandanti, 1 maggio 2007, 13:52
Gigi Malabarba ha aderito alla Lega Comunista Rivoluzionaria, sezione italiana della Quarta Internazionale dopo la conferenza del 1969, quando l’LCR si ricostruì attorno a Livio Maitan, a seguito della decisione di scioglimento presa dalla componente che poi darà vita a Avanguardia Operaia (Vinci, Gorla, Corvisieri, ecc.). Nello stesso periodo vi ha aderito anche Franco Turigliatto. Malabarba è entrato in Democrazia Proletaria, quando l’LCR decise di aderirvi, seguendo l’orientamento internazionale della Quarta Internazionale di partecipare a nuovi "raggruppamenti" dell’estrema sinistra.
Questo scrive Livio Maitan nella sua autobiografia "La strada percorsa", pag. 379, nota n. 38.
La manifestazione nazionale del 30 settembre 2006 a Roma prevedeva nel suo appello la seguente frase: "Con la resistenza dei popoli libanese, palestinese, iracheno e afgano". Di quale resistenza del popolo afghano si parla?
L’iniziativa era promossa da "Confederazione COBAS, RdB-CUB, Forum Palestina, Partito Comunista dei Lavoratori, Rete dei Comunisti, Campo antimperiaista" ed altri. E’ vero che nelle successive manifestazione della stessa area l’appoggio alla resistenza dei popoli è stato indicato senza specificare se la "resistenza afghana" andasse inserita o meno. Questo immagino per tenere insieme gli uni e gli altri e per rendere più appetibile le manifestazioni stesse.
Franco
18. Subcomandanti, 1 maggio 2007, 15:53
Stai parlando di pura preistoria .... del resto avevi già citato abbastanza a sproposito il Poum spagnolo degli anni 30 sorvolando sul fatto che dalla parte opposta ci stava un certo Giuseppe Stalin, con annessi e connessi, Hotel Lux, patti di non belligeranza coi nazisti e piccozze comprese ......
Corvisieri, dopo Avanguardia Operaia, è passato per DP, Pdup e Pci, Vinci è tuttora un europarlamentare del Prc considerato vicinissimo a Bertinotti e non certo un trotzkista, Maitan, fino a che è campato, è stato a sua volta stretto alleato del Divino Fausto.
E Malabarba ha lasciato il seggio alla Giuliani proprio qualche giorno prima del "fattaccio" ; ripeto, se "congiura trotzkista" ci fosse stata, figurati se lo faceva .....
Continui a non avere nulla da dire sulla questione sinistra europea-cantiere-"rifondazione socialista".
E sull’ Afghanistan continui ad attaccarti strumentalmente ad un corteuccio nazionale (!) di nemmeno duemila persone, quello dei "fantocci bruciati", al quale comunque, a differenza di Diliberto (!) , quelli della corrente di Turigliatto erano del tutto estranei .... e sorvoli invece su un cambiamento di linea di 180 gradi fatto senza alcuna consultazione reale all’interno del Partito.
E poi, se la vuoi capire, a me di Turigliatto in quanto tale non me ne può fregare di meno.
Mi preoccupa un metodo che, una volta preso, può riguardare anche altre aree e compagni, anche interne alla maggioranza bertinottiana ( e già qualcosa di molto antipatico, a Roma Nord ed intorno alla vicenda della vertenza per il S.Maria della Pietà, è successo nei confronti di compagni bertinottiani doc).
E soprattutto mi interessa il profondo disagio che stanno vivendo un mare di militanti e di semplici elettori di Rifondazione che non sono appunto nè "trotzkisti" nè tantomeno violenti ...
e la rottura pressochè totale esercitata nei confronti di tutti i movimenti.
Cose delle quali credo vedremo fatalmente i pesanti effetti già alle prossime amministrative.
Altro che Quarta Internazionale e fantasmi di 60-70 anni fa !
K.
19. Subcomandanti, 1 maggio 2007, 22:33
Allora aspettiamo le prossime amministrative...
Franco
20. Subcomandanti, 1 maggio 2007, 23:14
Ha ragione keoma, profondo disagio, e assoluto. Soprattutto leggendo i sermoni di Franco.
un militante ormai non più rifondarolo
21. Subcomandanti, 2 maggio 2007, 07:39
Hai scritto per intero il mio nickname ... ed automaticamente il tuo commento è stato cancellato ... così funziona qua sopra .... come se le contraddizioni si risolvessero in questo modo .....
Ciao, K.
22. Subcomandanti, 2 maggio 2007, 15:27
Il commento era: ha ragione K. profondo disagio, soprattutto per gli interventi a tesi aprioristiche come quelle ripetute da Franco
un rifondarolo ormai ex