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Rifondazione : Questo Congresso. L’impegno unitario come scelta di libertà
Publie le lunedì 2 giugno 2008 par Open-PublishingDazibao Partiti Partito della Rifondazione Comunista Parigi Roberto Ferrario
Questo Congresso. L’impegno unitario come scelta di libertà
Il nostro Congresso è carico di straordinaria responsabilità. Si svolge dopo una sconfitta drammatica, che ha cancellato per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana la sinistra dal Parlamento, e una vittoria delle destre che si affermano con grande consenso popolare.
Un’indagine compiuta delle cause della nostra sconfitta va oltre questo stesso Congresso. Richiede l’analisi delle trasformazioni strutturali, il rilancio dell’inchiesta sulla modifica delle soggettività, l’analisi profonda del nostro rapporto con la società e con i mutamenti che la attraversano. Ma da subito siamo chiamati a dare le prime risposte, ad elaborare una proposta per la duplice sfida che abbiamo davanti : continuare nel percorso della rifondazione comunista e contribuire alla ricostruzione della sinistra nel nostro paese.
Abbiamo bisogno di un congresso democratico, in cui la voce delle donne e degli uomini che hanno scelto di appartenere a questa comunità conti davvero, dal circolo al congresso nazionale e in cui quella democrazia partecipativa che abbiamo indicato come uno dei nodi decisivi su cui rifondare la politica viva non solo nei dibattiti, ma nel nostro agire quotidiano.
Abbiamo bisogno di un congresso aperto, in cui la sovranità piena delle iscritte e degli iscritti sui destini del partito e le scelte da compiere, non delimiti uno spazio autosufficiente, separato dalla discussione con chi una tessera di partito non ce l’ha, ma con noi si interroga sul futuro della sinistra.
Abbiamo bisogno di un congresso che si intrecci con la costruzione dell’opposizione al governo Berlusconi. Per questo avanziamo a tutta la sinistra politica e sociale la proposta di elaborare insieme piattaforme condivise di mobilitazione, per impedire la regressione generalizzata che rischia di determinarsi sul versante dei diritti del lavoro, dell’ambiente, delle libertà.
Auspichiamo che sulle ragioni della divisione verificatasi in seno al gruppo dirigente del Partito si sviluppi nel Congresso un confronto franco e leale. Queste ragioni nulla hanno a che vedere – lo ribadiamo ancora una volta – con l’assunzione di responsabilità per la sconfitta, che ci chiama in causa tutte e tutti, e sulle cui radici c’è da scavare e da capire, non già da dividersi né da cercare capri espiatori.
Il punto di divisione ha riguardato e riguarda invece la prospettiva del « superamento » di Rifondazione Comunista in un nuovo soggetto politico. Questa proposta è stata avanzata autorevolmente e reiteratamente nel corso della campagna elettorale ; ancora dopo la sconfitta ci è stato proposto di accelerare nel processo costituente della Sinistra Arcobaleno « con chi ci sta ». Una prospettiva che non abbiamo condiviso e non condividiamo, nel merito e nel metodo, non discussa né decisa da alcun organismo dirigente del Partito. L’esistenza del Prc non è, per noi, in discussione né per l’oggi né per il domani.
La necessità di una discussione limpida sulle scelte e il futuro deve accompagnarsi comunque alla salvaguardia della massima unità del Partito.
Per questo abbiamo ripetutamente proposto un congresso con un unico documento a tesi.
Per questo ci impegniamo sin d’ora – nell’ipotesi che la nostra proposta politica venga accolta dalla maggioranza del Congresso – a una gestione unitaria del Partito.
Per questo non ci trova concordi il tentativo di trasformare il congresso in un referendum sul leader.
Un percorso congressuale realmente democratico e partecipato, la scelta di gestione unitaria del partito, sono condizioni indispensabile al rilancio del progetto politico del Prc. Ed in questo modo si può realizzare, nel difficile passaggio che abbiamo davanti, una trasformazione positiva del nostro modo di essere, che bandisca dal nostro agire ogni traccia delle logiche maggioritarie che hanno inquinato nel tempo la nostra dialettica interna. L’impegno unitario non è dettato solo dalla gravità della situazione che viviamo e dalla necessità di farvi fronte. È una scelta di libertà, per un partito che sia capace di nominare fino in fondo i problemi, assumere con limpidezza le scelte da compiere, ricostruirsi come soggetto collettivo.
Non presentiamo, dunque, questo documento con l’ambizione di scrivere “il programma” del Partito : invitiamo, invece, le iscritte e gli iscritti a contribuire, dai territori, ad emendare ed arricchire questo documento. A costruire, insieme, il progetto politico, il futuro di Rifondazione comunista e della sinistra. Ripartiamo insieme a quella sinistra reale, a quelle centinaia di migliaia di compagni e compagne con e senza tessera, che ha colorato di rosso le strade di Roma il 20 ottobre 2007.