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Oaxaca: El pueblo unido jamas serà vencido
Publie le domenica 29 ottobre 2006 par Open-Publishing1 commento
Dazibao Sindacati Polizia Governi America Latina Alessandro Ambrosin
di Alessandro Ambrosin
A Oaxaca in Messico arriva l’ esercito. Poliziotti mimetizzati tra la folla in abiti civili sparano. Per uccidere. Bradley Roland Will, giornalista di Indymedia, muore dopo essere stato raggiunto da un colpo letale all’addome. Centinaia di feriti, arresti, perquisizioni e addirittura sparizioni di civili non placano le intenzioni del presidente Fox che continua ad inviare sul posto le forze speciali. Parola d’ ordine: reprimere i rivoltosi.
Cinque mesi fa il magistero scolastico composto da maestri indigeni della scuola primaria inizia un conflitto corporativo contro le imposizioni e le violenze in atto nel paese, da parte di un governo statale corrotto e autoritario. Successivamente questo episodio diviene il simbolo di un malcontento sociale generalizzato tra tutti gli abitanti del luogo. Si genera così una sorta di insurrezione popolare pacifica che il 17 giugno 2006, dopo brutali repressioni dei paramilitari nei confronti dei maestri, forma un vero e proprio movimento: L’Appo ( l’ Assemblea Popolare dei popoli di Oaxaca)a cui fanno capo piu’ di 350 organizzazioni.
L’appo concentra il pluralismo etnico-sociale di questi abitanti, proponendosi un percorso congiunto verso una maggiore democrazia, in difesa del patrimonio culturale, dei diritti umani e delle condizioni sociali. Le richieste dell’Appo sono di ottenere le dimissioni del governatore Ulises Ruiz Ortiz, detto Uro, accusato di essere il principale responsabile delle azioni violente e repressive nei confronti degli scioperanti.
Lo stato di Oaxaca, patrimonio culturale dell’Unesco, concentra 16 differenti gruppi etnolinguistici ed è oggi uno degli stati messicani con il maggior grado di emarginazione e di povertà.
Nell’incontro a Città del Messico tra l’Appo i sindacati e il ministro Carlos Abascal, avvenuto due settimane fa, si toccano i punti cruciali di questa rivoltra. In primis il misero stipendio degli insegnanti e il pessimo stato delle istituzioni scolastiche strutturalmente inadeguate e dai programmi superati. Ma la trattativa che faceva intravedere qualche spiraglio di speranza viene sospesa subito dopo.
Intanto Ruiz continua la sua repressione militare con efferata violenza. Le bande armate composte da poliziotti in borghese lanciano un attacco armato senza precedenti. I morti fino ad oggi sono 15.
Il governo da una parte chiede che venga ristabilito l’ordine, dall’altra usa tutti i mezzi per criminalizzare e reprimere L’Appo, colpevole di aver dato luogo ad una fulminante presa di coscienza del popolo che potrebbe estendersi in tutto il paese.
La paura di un governo autoritario provoca una repressione che invece di risolvere i problemi li accresce ancora di piu’. E l’Appo è già diventato patrimonio di tutto il popolo messicano.
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1. Emancipazione femminile: classifica mondiale parità diritti ed opportunità fra i sessi, 22 novembre 2006, 10:26
Emancipazione femminile: classifica mondiale parità diritti ed opportunità fra i sessi
La classifica mondiale redatta dal World Economic Forum . Alle donne, mediamente, interessano i diritti e le opportunità o la violenza e la discriminazione?
La Classifica della differenza tra i sessi redatta dal World Economic Forum in base a vari fattori come il grado di partecipazione delle donne all’economia, ai titoli di studio, al potere politico, alla salute ed alla longevità.
A questo link il grafico
Nel punteggio totale zero è l’ineguaglianza assoluta e uno l’uguaglianza assoluta.
Al primo posto c’è la Svezia con la media delllo 0,8133, cioè una donna ha l’80% dei diritti ed opportunità di un uomo.
L’Italia è al 77 posto con la media dello 0,6456. (una donna può o riesce ad accedere al 64% dei diritti ed opportunità di un uomo)
All’ultimo posto, 115, lo Yemen con la media dello 0,4762 (47% dei diritti ed opportunità)
La media mondiale è attorno al 65%.
Se ne deduce che i maschi non danno accesso all’uguaglianza di diritti e opportunità alle donne, e inversamente che le donne non riescono a prendersela.
A parte le poche artefatte manifestazioni a bacchettina finanziate dall’ONU in alcuni paesi poveri compiacenti, con scarsissima partecipazione,
e un miserevole 8 marzo in cui in alcuni paesi occidentali dei maschi regalano delle mimose a delle femmine,
non si vedono nel mondo manifestazioni spontaneee di nessun tipo in cui le donne si organizzino per accedere a diritti ed opportunità sociali.
Se ne deduce che ha ragione Schietti: alle donne non interessano i diritti e le opportunità, ma la violenza e la discriminazione.
Copio l’opinione di Schietti sul femminismo :
"Credo che le donne siano molto più discriminatrici di un qualsiasi fondamentalista politico o religioso. Ma non credo sia colpa loro. La natura ci rende violenti e selettivi. Le donne non hanno ancora fatto il balzo da animale ad essere umano. Salvo rare eccezioni ovviamente. 99 donne su 100 sono degli animali violenti, egoisti, menefreghisti.
Infatti sappiamo tutti che appena la povertà entra dalla porta l’amore esce dalla finestra, infatti si vedono pochissime donne prediligere un povero ad un ricco.
E sappiamo tutti bene che qualsiasi animale femmina cerca fra i leader, i vincenti del branco, il maschio con cui riprodursi, nella speranza di trasmettere geni migliori ai propri figli. E raramente si vedono donne essere gentili ed affettuose con portatori di handicap, persone anziane o ragazzi soli, delusi, depressi.
E nella speranza di farsi belle con i leader del branco, emarginano senza scrupoli le altre femmine, come per esempio le milioni di prostitute schiave nelle mani della mafia che ci sono nel mondo. Non vedo manifestazioni di solidarietà di femministe per le prostitute schiave. Eppure con l’aumento della ricchezza e dell’età media in India, Cina, Africa,... in tutto il mondo, si suppone che nel giro di pochi anni le prostitute schiave passeranno da 10 milioni a 50-100 milioni." (Domenico Schietti )
Quale sarà il futuro di un mondo in cui alle donne non interessa il mondo e non interessa il futuro?