Home > Non si nasce neri. Lo si diventa.
Dazibao Libri-Letteratura Francia
di Paolo Ferrari
La vita del signor Jean-Louis Sagot-Duvauroux cambiò di colpo il giorno in cui un allievo diciottenne della scuola in cui insegnava gli pose una domanda imbarazzante: perché uno deve portarsi appresso il marchio di essere nero per tutta la vita, quando i bambini al momento del parto sono tutti di colore rosa?
Il professore, già di per sé bianco, sbiancò ulteriormente; l’allievo si chiamava Harouna, era ovviamente black. La scuola si trovava a Bamako, la capitale del Mali.
Oggi i due protagonisti di quel lontano dialogo sono amici fraterni, e l’insegnante, rientrato in Francia, ha liberato in un bellissimo libro il fantasma del quesito che per lustri interi gli è rimasto sul gozzo, tra sensi di colpa e sprofondi filosofici.
Si intitola On ne nait pas noir, on le devient (edizioni Albin Michel); non sappiamo se mai sarà tradotto in italiano, ovvero non si nasce neri, lo si diviene, ma al di là delle Alpi, è un caso. Che va a braccetto con l’ultimo disco di Rachid Taha, Tekitoi (Universal), altro quiz sul tema, dal momento che si tratta della contrazione di strada della domanda
Tu es qui, toi?: Tu, chi sei?
Questo sì disponibile in Italia, e consigliato, a partire da quella versione di un successo dei Clash intitolata Rock El Casbah che tanto piace ai network. Algerino, Taha cominciò a suonare in Francia con i Carte de Séjour, permesso di soggiorno. Si è tinto i capelli platino, ha scoperto che il tema di Pulp Fiction era in realtà un vecchio standard libanese, ha molestato la provincia con una cover araba della Marsigliese. Un testacoda tra Francia e Africa che intanto si ripete nel nuovo, delizioso album di Amadou & Mariam, Dimanche è Bamako (Because), prodotto, suonato e a tratti anche cantato da Manu Chao.
Tra le pagine di Sagot-Duvauroux, le canzoni di Rachid Taha e il neo globo di Amadou & Mariam, i dubbi fioriscono: si nasce bianchi o lo si diventa?
E tu, chi sei? E noi, chi siamo? E mo’, birra o vino?