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Minoranze vittoriose

Publie le domenica 27 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Minoranze vittoriose

di Andrea Scarchilli

Comitato politico nazionale elegge Ferrero segretario. Già nel corso della votazione sulle mozioni da parte dei delegati, il documento dell’ex ministro (su cui convergevano anche gli altri tre) avevano incassato la maggioranza

Una pioggia torrenziale si scatena su Chianciano Terme proprio nella tarda serata in cui Paolo Ferrero è eletto dal Comitato politico nazionale segretario di Rifondazione. Si conclude così, con l’elezione dell’ex ministro valdese, il settimo congresso del Prc. Su 280 membri del comitato, Ferrero ha incassato le preferenze di 142, mentre 134 sono stati i no, 4 le schede bianche e un astenuto. Il partito ha così un capo ma appare spaccato in due, tanto che al momento in cui, nel corso del voto, si palesa la vittoria di Ferrero, i vendoliani hanno lasciato l’aula. Una solitudine che non ha intristito le minoranze ora compattatesi in maggioranza che, al contrario, hanno intonato bandiera rossa alzando il pugno. "La nostra scelta non è rifugiarsi in un fortino. Noi vogliamo ripartire dai problemi reali della società e magari con meno apparizioni in tv", così ha commentato la sua incoronazione il neosegretario a caldo dalla vittoria. Poche parole che riassumono la linea classica di cui Ferrero è promotore, condite da una evidente frecciata polemica rivolta a Bertinotti e la sua area, accusata di eccessiva sovraesposizione mediatica.

Del resto fin dal primo pomeriggio era chiaro su quale strada e a favore di chi si stava concludendo il congresso. Non ci sono state intese né tanto meno franchi tiratori, infatti, quando i 646 delegati hanno votato secondo le indicazioni delle mozioni, presentate in mattinata in aperta contrapposizione. Quello su cui hanno trovato l’accordo la mozione uno, tre, quattro e cinque, letto da Giovanni Russo Spena. Gennaro Migliore, invece, ha riferito sulla relazione messa a punto dalla seconda mozione, quella che presentava Nichi Vendola come segretario.
Appello nominale, delegato per delegato. E’ finita 342 a 304, confermati i rapporti di forza. La mozione due si è attestata a poco più del 47 per cento della platea congressuale.

Il documento che fa capo all’ex ministro e a Claudio Grassi si distingue da quello dei vendoliani innanzitutto nella lettura del rapporto tra politica e società. Ferrero e gli altri hanno calcato più le parole sulle necessità di ripartire dalla società, a cominciare dal recupero del percorso intrapreso a Genova e nella partecipazione in prima linea alla contestazione contro il neoliberismo globale. La posizione della mozione due è riassunta così da Migliore: "Il politicismo è un difetto, ma deve essere la politica guidare i nostri passi".

C’è poi la questione del rapporto con la Sinistra europea. La dicitura scelta dal gruppo delle mozioni "minori" ha fatto sobbalzare Migliore, che ha esclamato: "Si fa un passo indietro di almeno quattro anni". Russo Spena ha fatto riferimento a una generica unità delle forze alternative al socialismo europeo, che Rifondazione comunista intraprenderà sulla base di un percorso da decidere in autunno. Secondo Migliore si tralascerebbe un cammino che avrebbe dovuto portare alla costruzione di un vero e proprio partito transnazionale.

Diversa anche la lettura dei rapporti con le altre forze di opposizione. Per quanto riguarda il Partito democratico, i ferreriani sono tranchant e intendono lavorare per una Rifondazione che "sappia ricostruire il conflitto sociale" valorizzandone tutte le forme. Il documento 2, pur essendo molto critico, "Il Partito democratico è nato per il governo" e non ha i fondamenti per fare l’opposizione, parla più di alternativa fondata "sulla questione morale e il contrasto alle politiche neoliberiste" e valorizza le alleanze con il Pd nel governo degli enti locali.

Per quanto riguarda l’attesa posizione sulla riunificazione della sinistra, il documento letto da Russo Spena ha accolto le richieste della mozione 4 (quella di Falce e martello), già con il titolo: "Ricominciamo: una svolta a sinistra". Chiuse le porte, invece, a ogni tipo di costituente. Migliore ha invece di ribadito che il documento della seconda mozione punta "alla ricostruzione della sinistra" (si chiama "Rifondazione per la sinistra") pur tenendo ferma l’obbligata autocritica sull’esperienza dell’arcobaleno. Sul sindacato, Russo Spena ha parlato esplicitamente di alleanze con il sindacalismo di base, mentre la mozione due nel passaggio di riferimento "ad alleanze con soggetti sociali organizzati" è più per un rapporto lineare con la Cgil.

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