Home > Mapuche. Lettera aperta: Violazione dei Diritti Umani in Cile
Mapuche. Lettera aperta: Violazione dei Diritti Umani in Cile
Publie le domenica 14 gennaio 2007 par Open-PublishingDazibao Movimenti Governi America Latina
VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI IN CILE, IERI, OGGI E DOMANI
Alla Corte Penale Internazionale
Alle associazioni solidali,
Alla comunità internazionale,
Agli europarlamentari,
Lettera aperta: Violazione dei Diritti Umani in Cile: ieri, oggi e domani
Signore e signori,
Le immagini che ci arrivano dal Cile confermate e documentate dagli organismi internazionali, parlano da sé, ancora una volta si materializzava l’ombra del dittatore attraverso la prepotenza e l’abuso delle forze di polizia che reprimevano coloro che manifestavano con enorme sollievo quanto stava a significare per l’umanità la scomparsa del dittatore più terribile della storia del Cile, il genocida più sanguinario mai conosciuto dal continente latinoamericano e dal mondo.
Il bilancio approssimativo che si conosce quale risultato degli eterni anni della dittatura:
– 3500 esecuzioni politiche, fra essi bambini, donne, anche incinte, mapuche, giovani, anziani, operai, contadini, studenti, intellettuali, religiosi, cileni e stranieri, tra cui ci sono più di mille desaparecidos di cui ancora non sono stati trovati i resti, secondo il "Proyecto Internacional de Derechos Humanos", www.memoriaviva.com
– Migliaia e migliaia di prigionieri politici,
– Centinaia de migliaia di perseguitati e torturati dalla DINA e dal CNI, vero Istituto della Tortura, composto da civili e membri delle forze armate e di polizia - formatisi alla “Scuola delle Americhe” a Panama, ribattezzata nel gennaio 2001, “Istituto di Cooperazione per la Sicurezza dell’Emisfero”.
– Oltre mezzo milione di esiliati politici. Più di 300.000 emigranti che a causa della politica economica della dittatura si videro costretti a lasciare il paese in cerca di una migliore qualità di vita.
Ma in Cile, una delle "democrazie più stabili del continente" dove le multinazionali hanno trovato il desiderato El Dorado hanno comprato, e continuano a farlo, vasti territori in Patagonia. Vendono ciò che non gli appartiene, le multinazionali hanno eserciti privati, si è a conoscenza di gruppi paramilitari, come quello dei “Trizanos”.
Con la morte del tiranno-genocida è ancora più evidente la forza e il potere del denaro: in Cile c’è una corruzione sfrenata, troppo il ritardo nel giudicare un genocida e ladro, dall’altra parte una esagerata rapidità nel giudicare sommariamente alcuni casi e tra cui certi senza nemmeno dare seguito a processi giudiziali, ricorrendo anche alla carcerazione preventiva dei mapuche (legge antiterrorismo) che difendono le loro terre senza armi, dall’uso distruttivo e inquinante delle multinazionali. Tutto ciò non può chiamarsi giustizia.
Il genocida è morto senza essere giudicato e punito, patti segreti lo hanno protetto, il suo sistema repressivo, dittatoriale e il sistema economico instaurato con la sua tirannica costituzione continuano ad essere vigenti, come prosegue la repressione del popolo originario mapuche allo stesso modo se non peggio dei tempi della dittatura militare, ai quali manifestano la loro opposizione alle ingiustizie soprattutto sociali, politiche ed economiche, così come agli studenti, agli abitanti, ai minatori ecc.
Per l’impunità di cui ha goduto il genocida ed altri, i diretti responsabili non sono solo i politici dei 17 anni di pretesa democrazia. Ci sono anche militari e cittadini appartenenti agli alti livelli.
Tutto ciò ci porta a vedere con chiarezza il sistema giudiziale obsoleto ereditato dalla sanguinaria dittatura, responsabile degli assassini avvenuti sotto questa “democrazia” e di coloro che oggi continuano a morire, come: Alex Lemun, Victor Nahuelcheo Curihual, Juan Collihuin Catril, Petronila Catrinao Quintonahuel e tanti altri, il che a tutt’oggi non si è potuto costituire un’anagrafe con i nomi delle tante vittime dall’inizio della dittatura.
Di seguito si riporta una lista di prigionieri politici mapuche reclusi:
Waikilaf Cadin Calfunao (carcere preventivo, recluso nel CAS di Santiago, da 70 giorni in sciopero della fame sospeso il 16/12/06).
Victor Ancalaf Llaupe (38 anni),
Pascual Pichún Paillalao (53 anni), capo tradizionale,
Aniceto Norin Catriman (44 anni), capo tradizionale
Rafael Pichún Collonao (22 anni),
José Nain Curamil (32 anni),
Patricia Troncoso Robles (37 anni),
Jaime Marileo Saravia (28 anni),
Patricio Marileo Saravia (32 anni),
Juan Carlos Huenulao Lienmil (39 anni),
Ociel Santi Paine (26 anni),
José Belisario Llanquileo Antileo (27 anni),
Jorge Huenchullan, carcere preventivo, 22/11/06,
Víctor Queipul, carcere preventivo 22/11/06,
Antonio Cadin Huentelao,
Jorge Landero Calfunao,
Ernesto Lincopan,
Juana Calfunao Paillalef, capo tradizionale
Luisa Ana CalfunaoPaillalef
Miguel Queipul
Marcelino Namoncura
“Oggigiorno si reagisce con forza nei confronti della morte del tiranno, ma non allo stesso modo per la violazione dei diritti umani e per la censura esistente verso la situazione del popolo mapuche”. “Oggi è in atto una terribile repressione e nessuno sa cosa sta accadendo nel sud del paese, a meno che non abbia un computer in casa. Ma chi ha le risorse economiche sufficienti per poter comprare un bene considerato di lusso?”
La giustizia cilena e il popolo multietnico del Cile, vivono sottomessi all’eredità della dittatura: LA COSTITUZIONE, braccio esecutore e repressivo. Paradossalmente la presidente del Cile governa e applica le stesse leggi che hanno ucciso suo padre (fedele difensore della Costituzione cilena del 1925) e non della Costituzione dittatoriale attuale che ha fatto sparire migliaia di persone e torturato centinaia di migliaia di perseguitati.
Egregi signori e signore, alleghiamo delle foto di feriti, senza escludere bambini e donne, a seguito delle azioni che si svolgono continuamente nel Cile del sud, e foto di coloro che sono stati torturati durante la “famosa democrazia cilena”.
Chiaramente queste foto non si possono trovare nei quotidiani né nei notiziari ufficiali del paese.
“Il Cile confina al nord con il Perù
e con Capo Nord al sud
si eleva ad oriente la cordigliera
e ad ovest risplende la costa”
“in mezzo al Giardino delle Delizie,
il Cile confina al centro con l’ingiustizia”.
Violeta Parra
Sottoscrivono:
Ass. Comité de Trabajadores Chilenos Italia
Exiliados
Enlace Mapuche Internacional Italia
Asociación Cultura Mapuche Svezia
Ass. Tierra y Libertad para Arauco Francia
Ass. Ya Basta – Treviso Italia
Contro el neoliberismo
Ass. Argentina Vientos del Sur, Udine Italia
Nota: le persone che sottoscrivono questa lettera sono consapevoli che per il semplice fatto di aver fatto tali dichiarazioni, corriamo il rischio di essere accusati, in base alla legge n°18.314 antiterrorismo della dittatura, e/o secondo la legge sulla Sicurezza interna dello stato, entrambi vigenti e finora applicate.
link da visitare:
http://www.mapuche-nation.org/italiano/Notizie/10.EX%20CAPORALE%20%20DEI%20CARABINEROS.htm
http://www.barilochense.com/?suplementos=1&id=3&novedad=447
http://www.mapuche-nation.org/espanol/html/acciones/lonko%20calfunao%20fue%20torturada-fotos.htm
http://www.barilochense.com/?suplementos=1&id=3&novedad=438
http://www.liberacion.cl/nomas_declaracion.htm
http://www.unicef.cl/archivos_documento/181/Voz%20Adolescentes%20Mapuches.pdf