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Laziogate, le carte contro Storace

Publie le venerdì 20 ottobre 2006 par Open-Publishing
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Dazibao Elezioni-Eletti Estrema destra

di MARINO BISSO, FERRUCCIO SANSA e ELSA VINCI

L’accusa dei pm: così furono falsificate le firme elettorali

L’ex governatore poteva avere in anticipo documenti dei Ds

Laziogate, le carte contro Storace "istigatore" delle azioni di boicottaggio

ROMA - Sedicimila pagine per ricostruire l’inchiesta Laziogate. Centinaia di documenti raccolti dal procuratore Italo Ormanni e dal pm Francesco Ciardi a chiusura delle indagini che preludono alla richiesta di rinvio a giudizio. Oggetto: lo spionaggio politico alla vigilia delle elezioni regionali del 2005. Con accuse pesantissime a Francesco Storace: "In qualità di presidente della Regione Lazio - scrivono i magistrati - assumeva il ruolo di determinatore o istigatore dell’azione delittuosa materialmente commessa da Nicolò Accame, Dario Pettinelli, Nicola Santoro, Mirko Maceri e Daniele Caliciotti chiedendo agli stessi di effettuare visure anagrafiche sui nominativi dei sottoscrittori di Alternativa sociale al fine di escludere la lista di Alessandra Mussolini". Ma ci sono anche intercettazioni a carico del braccio destro di Storace, Nicolò Accame, che passa dal numero di un venditore di preziosi e a quello di un pregiudicato.

Il "dossierDs". È un documento che rivela un sistema per spiare gli avversari politici, per conoscere in anticipo e vanificare le iniziative dei Ds. L’accusa sfiora l’ex governatore del Lazio, Francesco Storace, e il suo braccio destro, Nicolò Accame e arriva dal verbale dell’interrogatorio di Dario Pettinelli, ex membro dello staff di Storace (difeso dall’avvocato Cristiano Di Giose), considerato dagli inquirenti il "pentito dell’inchiesta Laziogate". Dice Pettinelli: "Guardando il mio computer ho trovato otto e-mail riconducibili all’allora presidente Storace e ad Accame. C’era anche un documento word denominato "DossierDs". La particolarità di questo ultimo documento sta nel fatto che è stato reso pubblico dai Ds in prossimità del voto, mi pare nel marzo 2005, ma noi lo ricevemmo circa tre mesi prima, cioè nel mese di dicembre 2004". Insomma, chiarisce Pettinelli, ci sarebbe il sospetto che il presidente Storace conoscesse i documenti interni ai Ds prima ancora che fossero resi pubblici: "Dalla lettura delle e-mail - aggiunge Pettinelli - ve n’è una denominata "Importantissimo!: documento gruppo Ds", dalla quale si evince che l’allora presidente Storace diffuse questo documento ai suoi collaboratori il 12 dicembre 2004".

Il gruppo Condor - "Facevo parte - racconta sempre Pettinelli - di un gruppo di comunicazione e relazioni esterne che Accame confidenzialmente denominava "Condor". Accame attraverso e-mail comunicava a noi del "Condor" chi vedere il giorno successivo e in che forma prendere contatti". Da quando esisteva (chiedono i magistrati nell’interrogatorio del 18 marzo 2006)? "Quando sono arrivato io nel novembre 2003 già esisteva la denominazione ufficiale del gruppo".

Le firme false e l’ultrà. Accame, Pasqua, Gallo e Maceri sono accusati di essere di aver falsificato gli elenchi di Alternativa Sociale in modo da far saltare la lista della Mussolini: "Formavano - scrivono negli atti i giudici - numerosi elenchi. In particolare l’Accame come istigatore incaricava Pasqua che chiedeva a Gallo l’ausilio tecnico necessario per realizzare una fedele riproduzione dei moduli delle liste elettorali di Alternativa Sociale". La certezza che gli elenchi sono stati sostituiti i pm la ricavano dalle parole di Paolo Arcivieri, attivista di Alternativa Sociale, uno degli Irriducibili della Lazio arrestati la scorsa settimana che afferma di non trovare più la propria firma nelle liste.

L’intrusione all’anagrafe. Racconta Pettinelli: "La sera della verifica all’anagrafe ricordo che Storace era contento. Apprendevo dalla sua voce che avevamo la possibilità di controllare i nomi degli elenchi di Alternativa Sociale, che lo stesso Storace presumeva falsi. Tale possibilità era legata alla disponibilità del collegamento all’anagrafe di Roma".

L’interrogatorio di Sottile. L’ex segretario particolare di Gianfranco Fini, leader di An, racconta a verbale (4-7-06): "Sabbatani si vantava di avere fatto escludere la Mussolini attraverso un pirata informatico. E mi chiese di riferirlo a Fini. Lo ritenevo un fanfarone e me ne guardai bene".

Il figlio del giudice. Ma la notte della razzia telematica all’anagrafe di Roma, secondo Pettinelli, nell’ufficio di Nicolò Accame, non c’era soltanto Storace, ma anche Nicola Santoro. Giuseppe Santoro - suo padre e stimato giudice della Corte d’Appello - presiede l’Ufficio Centrale elettorale che il 12 marzo 2005 decide l’esclusione di Alternativa Sociale dalle regionali per la presenza di centinaia di firme false. Alternativa sociale verrà poi ripescata dal Tar.

Pasqua intercettato in carcere. Pasqua parla con la madre a Rebibbia: "Commentando l’esito delle elezioni - annotano i carabinieri - si rallegra del risultato dal consigliere di An Fabio Sabbatani Schiuma e auspica che si verifichi una nuova Tangentopoli così Storace e Schiuma potrebbero uscire da An per formare con loro un "Trifoglio"".

(20 ottobre 2006) www.repubblica.it

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