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Dazibao Acqua Governi Viviana Vivarelli
di Viviana Vivarelli
In Italia si sta perpetrando da parte delle amministrazioni un crimine orribile: la svendita dell’acqua pubblica.
In Campania Bassolino fa dichiarazioni piene di ipocrisia presentandosi come difensore di questo bene di tutti.
Ma, dalle notizie che pervengono dalla Campania, pare che Bassolino tratti ogni settore pubblico (si pensi alle discariche) come un proprio affare, non come un servizio che egli ha il dovere di tutelare nell’interesse collettivo. In particolare sull’acqua mostra grande doppiezza. Notiamo che molti napoletani nemmeno sanno di questo mercimonio.
Cito da Report.
Padre Alex Zanotelli: “Privatizzare l’acqua vuol dire che lentamente le multinazionali stanno mettendo le mani sulle acque e poi ce le imbottiglieranno tutte e ce le venderanno. Cioè se oggi abbiamo 40/60 milioni di morti per fame all’anno, dovremmo fra poco, se privatizzeranno le acque, avremo 100/200 milioni di persone che muoiono di sete. Qui io mi ribello, come uomo e come cristiano: l’acqua, come l’aria, è un bene sacrosanto, è un diritto.”
Gabanelli: “Ad occuparsi delle risorse idriche ci sono degli organismi che si chiamano ATO. Nel novembre scorso l’Ato della Campania, ha votato una delibera per affidare il 40% dell’acqua ai privati, perché secondo il vicepresidente dell’ATO la gestione tutta pubblica, che si dice “in house”, non sarebbe più possibile per legge.”
Il vicepresidente Luca Stammati di ATO ricorda che e’ proprio la legge europea a non consentire la gestione in house.... e che sta aspettando il pronunciamento della Corte europea, ma, intanto, se un comune non comincia le procedure per la privatizzazione perde i miliardi che l’UE ha promesso e di questi tempi di magra, con i tagli che la finanziaria ha fatto agli enti locali, sembra che non siano molti gli amministratori che si possano permettere di sputare sui soldi.
Per la Gabanelli Bruxelles ha dato la scadenza del 31 dicembre, entro questa data i comuni devono far partire le gare d’appalto o saranno penalizzati.
Padre Zanotelli rivela il ricatto per cui la UE mette miliardi a disposizione dei comuni purche’ avviino il grande business dell’acqua.
Gabanelli: “Ci sono pressioni di organismi internazionali che spingono verso la privatizzazione dei beni e dei servizi. L’acqua è uno di questi. Ma privatizzarla significa darla in mano ad aziende che hanno il solo interesse di venderla e non certo quello di promuoverne il risparmio e la tutela.... anche in una circolare del nostro Ministero dell’ambiente c’è scritto che la gestione pubblica (in house) è ormai considerata eccezionale e residuale.”
vedi http://www.circoloambiente.org/acqua/acquareport.htm
Avrei caro se il Comitato a difesa dell’acqua della Campania ci desse qualche delucidazione.
Per ora abbiamo capito solo che le direttive europee ordinano la privatizzazione dell’acqua e intendono penalizzare le amministrazioni che non si adeguano e abbiamo capito che gli amministratori pubblici sono molto tentati da queste offerte, sia che esse siano di destra che di sinistra .
A Napoli la condotta della Iervolino e Bassolino e’ risultata molto ambigua, hanno detto di tutto e il contrario di tutto. Dicono di voler difendere l’acqua della Campania ma al 27 novembre parlavano di affidamento del servizio idrico ad una società totalmente privata, tramite gara pubblica europea. I napoletani sono stati tenuti all’oscuro di queste manovre.
Al momento mi pare che la privatizzazione sia bloccata (e’ cosi’?) ma non e’ chiaro, viste le intenzioni, se si andra’ verso una gestione pubblica o verso una gestione privata quasi comandata dall’UE (magari a uno come Caltagirone, il suocero di Casini, o a una corporation come la Lyonnaise des eaux).
Il Comitato per la difesa dell’acqua scrive che la privatizzazione mondiale della gestione dei servizi locali, consegnati al mercato e alle multinazionali è solo il primo atto della mercificazione a cui sono chiamate a deliberare le istituzioni e che non occorre essere di ’sinistra’ per capire che l’acqua degli acquedotti italiani verrà poi imbottigliata dalle multinazionali. Insomma l’acqua la dovremo pagare, e cara!
E’ abbastanza ovvio che, se l’acqua cade nelle mani di una multinazionale o di societa’ a base mafiosa o di italiani che possono poi rivenderla a una multinazionale, essa uscira’ da ogni legge o controllo pubblico, e che inoltre un privato tipo Caltagirone o una grande coporation o una societa’ a base mafiosa saranno interessati molto poco al bene pubblico, e molto invece a massimare i guadagni, minimizzando le spese, moltiplicando gli illeciti; da cio’ conseguiranno fatti molto spiacevoli come l’aumento immotivato delle tariffe, lo sperpero e la spartizione di risorse pubbliche, i disservizi (basi pensare allo scadimento della rete elettrica statunitense), il maltrattamento dei lavoratori interni, lo scadimento della qualita’ dell’acqua (nell’America del sud l’acqua di rubinetto e’ risultata anche infetta a fronte di costi intollerabili che hanno portato a rivolta le popolazioni).
Noi siamo per eccellenza il paese dell’acqua e quello che ha piu’ fonti di acqua minerale del mondo, e in futuro l’acqua divera’ cosi’ rara che gia’ la chiamano il petrolio del futuro. Dunque non possiamo permettere che essa finisca sotto il controllo predatore di poche corporation o di aggregazioni criminali.
L’acqua buona delle fonti finisce adesso tutta imbottigliata per incrementare la vendita delle bottiglie e gia’ ora la vendita delle bottiglie d’acqua in Italia e’ in gran parte in mano alla criminalita’ organizzata (mafia ecc., molte delle grandi marche che vediamo reclamizzato in televisione sono acque della mafia).
Dunque questo fenomeno crescente di amministratori che vendono l’acqua del loro territorio a privati sotto la spinta dell’UE e’ molto inquietante, e purtroppo sono sotto accusa le giunte rosse.
A Livorno l’acqua e’ stata privatizzata da una Spa. Un dossier ha esaminato i 5 anni di gestione concludendo che ci sono danni anche se il privato ha il 40%, proprio perche’ il privato vuole solo massimare il suo utile e se ne frega dell’interesse collettivo.
A Bologna e’ stato il sindaco Guazzaloca di destra a privatizzare l’acqua e Cofferati ha rimosso il problema come se non esistesse, non ha nemmeno tentato di riportare sotto il controllo pubblico l’acqua dei bolognesi.
A Firenze sembra di aver capito che si e’ scelta la strada della societa’ per azioni. Che cosa si e’ fatto? Quali sono i rischi? E per fortuna che Dominici e’ il presidente dell’unione sindaci italiani!?
In genere la gestione privata non e’ trasparente, non investe, non modernizza, non fa manutenzione, non offre garanzie di qualita’, mira solo ad aumentare progressivamente le tariffe. I dirigenti di queste societa’ cominciano sempre col darsi stipendi favolosi.
Si consideri che il settore acqua non comprende solo la distribuzione di acqua potabile ma anche le fogne, le acque refluee la depurazione...dunque riguarda non solo l’alimentazione ma anche la salute.
A Grenoble nel 2000 sono riusciti a ri-municipalizzato il servizio dell’acqua e della depurazione, illegalmente concessi ai privati nel 1989. E’ questa la via da intraprendere da parte delle giunte e dei presidenti di regione di sinistra, non quella di un aumento della privatizzazioni, tanto piu’ adesso che una politica sconcia sta dividendo il paese in regioni a potere maggiorato, e tanto piu’ ora che alcune regioni sono gia’ a controllo totale della mafia, della camorra o della n’drangheta, poteri che colludendo con politici corrotti non avrebbero alcuna remora a vendere l’acqua o a investirci capitali sporchi, come gia’ in parte succede.
Se la Sicilia non e’ mai riuscita ad avere un acquedotto decente e i cittadini mancano di acqua per molte ore al giorno o per molti giorni la settimana o se manca acqua per l’agricoltura, c’e’ una ragione precisa che poco ha a che fare con carenze di territorio.
Con la ri-municipalizzazione Grenoble ha ottenuto un prezzo per l’acqua potabile che e’ il meno caro di tutte le città francesi con più di 100.000 abitanti. L’acqua esce dal rubinetto naturalmente pura, non trattata, come risorsa duratura e rinnovabile.
In Italia invece assistiamo con sgomento ad amministrazioni di sinistra che scelgono una strada pericolosa per il bene pubblico. E questo ci fa particolarmente male.
Per citare il Comitato di difesa dell’acqua “’L’acqua è un bene e un diritto troppo prezioso per lasciarlo in balìa del mercato. È un servizio pubblico essenziale che non può essere gestito secondo la logica del profitto. Le decisioni pubbliche devono essere indenni dalla corruzione e dagli interessi privati”.
Per nostra disgrazia la destra e’ favorevole al libero mercato e non possiamo aspettarci nulla di buono da questa parte, Berlusconi pensa solo ad aumentare i propri profitti e Tremonti venderebbe anche noi se potesse, la politica economica di questo governo e’ scellerata, ma non ci aspettavamo questo tradimento dagli amministratori di sinistra, che stanno tradendo il loro mandato per guadagnare una mazzetta di soldi, mentre gli eurodeputati di destra o di sinistra (vedi D’Alema) brillano per il loro assenteismo, sembrano fregarsene di tutta la questione e i Verdi, come al solito, sono incapaci di mettere su una campagna che infiammi l’opinione pubblica e non sanno nemmeno usare le normali vie informative di internet.
Su Prodi non si puo’ contare in quanto come presidente europeo ha lasciato che queste direttive perverse si assestassero.
Insomma il problema della privatizzazione dell’acqua non solo e’ gravissimo ma rivela come il sistema tutto sia ormai contro il cittadino su una strada di mercificazione totale di tutte le risorse.
Ma e’ possibile che dobbiamo sperare solo in un frate comboniano?
Sono veramente amareggiata!
Messaggi
1. > La privatizzazione dell’acqua, 13 novembre 2005, 22:06
Cara Viviana, è il caso che approfondisci il tema della cosiddetta "privatizzazione dell’acqua" leggendo attentamente la legge Galli n. 36/94. Ti faccio notare l’anno di emanazione: 1994 all’indomani di tangentopoli e di finanziarie che hanno chiesto agli italiani sacrifici enormi. Ti invito anche a prendere un qualsiasi libro di ingegneria delle infrastrutture idrauliche e a chiariti le idee sul ciclo integrato della acque e quindi della gestione integrata dei 3 servizi acquedotto-fognatura e depurazione. Indirizzi d’azione sulla protezione dell’ambiente li trovi nell’altra legge che integra il servizio idrico integrato D. Lgs. 152/99.
Chiarite le idee su cosa è necessario fare, sarebbe il caso che ti ponessi la domanda su chi lo deve fare e con quali risorse finanziarie.
Dopo ciò, forse possiamo parlare correttamente di perchè non esite il pericolo di privatizzazione dell’acqua, e degli altri problemi che vengono fuori dalla gestione integrata del ciclo dell’acqua e dal modello organizzativo scelto per la società di gestione.
Cordialmente
Marianna Panico da Napoli
1. > La privatizzazione dell’acqua, 14 novembre 2005, 05:38
cara Marianna
evidentemente ne sai piu’ di me ma non e’ il caso che io mi metta a fare ricerche come quelle che mi consigli. Sarebbe molto piu’ pratico che tu ne facessi un sunto, oppure la tua risposta diventa una non risposta o uno svicolamento. Gli esperti dovrebbero avere anche il compito di illuminare gli inesperti, altrimenti sarebbe come se io andassi dal dottore e quello mi dicesse: "Cara signora, se ne vuole capire qualcosa del suo male, veda di studiarsi qualche libro di medicina". Ho preso due lauree , non mi sento ora di prenderne una terza sull’ingegneria idraulica per ampliare questo settore di conoscenza proseguendo cosi’ per gli altri post che mi viene in mente di scrivere. In genere chi sa e’ in grado di spiegare le cose a chi non sa in modo semplice (vedi Einstein o Dulbecco), senza chiedergli di mettersi a studiare tutto di tutto da solo, oppure le sue obiezioni restano cosa morta, e la sua sapienza rimane elitaria e autorefenziale.
Ricevo regolarmente mail di attac o del comitato per la difesa dell’acqua di Napoli, leggo cose contrastanti, vorrei capire, il mio post conteneva domande, chiedeva di capire, tu non mi fai capire, mi rimandi ad altro. Il problema dell’acqua e’ al centro dell’interesse dei no global, e le rassicurazioni ipocrite delle nostre amministrazioni ci rassicurano ben poco e sono in linea con le rassicurazioni sul nucleare o sulla guerra o sulla democrazia o sul ’tutto va bene’.
Leggo che ogni forma di privatizzazione si riduce a un peggioramento dello status quo per la popolazione. Sento che per l’acqua si sono fatte rivolte nel mondo. Vedo che la nostra acqua, invece di essere considerata una preziosa risorsa da tutelare, e’ in pericolo.
Capisco da me che l’acqua e’ un bene dal valore incalcolabile che si sta riducendo progressivamente sulla Terra. Mi fido pochissimo di ogni amministrazione sia di destra che di sinistra e non credo che nel momento delle scelte pensino proprio al mio interesse. Il neoliberismo ha ormai infettato tutto e tutti.
Leggo cose che mi fanno rizzare i capelli, leggo che la sinistra, che dovrebbe essere dalla parte della pace, con Unipol sta entrando nel mercato delle armi alla stessa stregua delle banche armate che finanziano le guerre, e sento Fassino-D’Alema affermare con spudoratezza che l’Italia si deve militarizzare di piu’ e che la spesa per la difesa deve essere aumentata, mentre l’ambasciatore americano dichiara che il centrosinistra proseguira’ l’ottima politica della destra sull’Irak e gli ottimi rapporti con Bush. Credi che a questo punto posso fare tanta differenza tra un governo di destra e uno di sinistra e che possa pensare che i beni fondamentali come l’acqua possano essere tutelati, pur cambiando governo? Ormai la mia diffidenza e’ massima e il mio disprezzo verso questo ordine di discorsi e’ infinito. Non siamo in buone mani. E il Prodi degli OGM, delle banche e della Bolkestein mi rassicura anche meno. A che mi serve la vittoria del centrosinistra che esso e’ gia’ stato internamente vinto dal neoliberismo della destra? Non ho bisogno di un omologo sotto diversa bandiera.
Ho visto con piacere che la denuncia sulle scalate bancarie ha fruttato post molto critici di persona molto esperta sul mondo bancario. Gradirei che la stessa cosa avvenisse sempre su ogni argomento. Abbiamo bisogno di aumentare la nostra conoscenza, non di essere convogliati verrso studi che non abbiamo tempo o modo di fare. Questi siti e questi blog servono a questo, ad aiutarci reciprocamente ad acquisire informazioni e a confrontarci con punti di vista, altrimenti basterebbero le segreterie universitarie e potremmo fare a meno della comunicazione reciproca, restando chiuso ognuno nel suo sapere
cordialmente
viviana
P.S. (grazie di aver firmato, visto che ormai la firma sembra essere diventata un’anticaglia da rimuovere)
2. > La privatizzazione dell’acqua, 16 novembre 2005, 21:42
Ciao Marianna, mi chiamo Titti e sono anch’io di Napoli.Ho letto il post di Viviana e la tua circostanziata risposta ma, come Viviana, vorrei che ci spiegassi bene com’è che la concessione dell’erogazione di servizi integrati come l’acqua (acquedotto - depurazione e fognatura, come puntualizzi) a società per azioni mediante gare d’appalto tuteli o non ci esponga al rischio che la priorità non sarà l’assicurazione di un servizio efficiente e di qualità ma la massimizzazione di un profitto ( a meno che le società coinvolte nella gestione non siano no profit cosa che non sembra).
Il timore che il passaggio dalla garanzia alla fruizione di servizi al perseguimento di utili finanziari vada a scapito del sistema dei lavoratori (con tagli e perdita di garanzie contrattuali) e dell’utenza esposta alle fluttuazioni della concorrenza è forte e ci allarma. Ho appena finito di riavermi dal dibattito parlamentare sull’approvazione delle modifiche alla Costituzione Italiana. Temo che la ’devolution’ sia il primo passo verso la liberalizzazione e privatizzazione di interi pezzi dello stato sociale. Ho paura della minaccia a diritti fondamentali. La nostra era una delle Costituzioni più belle e liberali e alte d’Europa: mentre penso che in Francia si combatte perchè troppo tempo ha impiegato la Francia per capire che le migrazioni ridefiniscono e arricchiscono la ’identità’ (parola ad alto rischio!!!) di un popolo; mentre auspico l’estensione di diritti e doveri a tutti coloro che vivono, lavorano, soffrono e gioiscono sul nostro territorio da qualsiasi parte provengano, vedo minacciate condizioni di civiltà che davo per assodate.
E poi come napoletana sarei contenta di sapere che invece siamo nel giusto e siamo un’oasi di democrazia nel mare dell’intolleranza dilagante.
Aspetto una tua risposta, con affetto, Titti
2. > La privatizzazione dell’acqua, 16 novembre 2005, 14:30
Forse per qualche contestatore sarebbe meglio verificare le risorse degli enti locali, costretti per il volere del governo che abbiamo a disfarsi, si purtroppo dei beni possibili da vendere e l’acqua purtroppo è uno di questi, per poter mantenere ancora un pò di stato sociale che BERLUSCONI e la destra ci stà togliendo con i fondi sempre più ridotti. Aiutiamo i poveri e diseredati ma quando questi danneggiano opere pubbliche davrebbero ricordarsi che poi questo è quello che ottengono in concreto. Il vandalismo costa e lo paghiamo anche con la privatizzazione di beni indispensabili. MEDITIAMO E NON TOLLERIAMO L’ILLEGALITA’ MA LOTTIAMO PER AVERE TUTTI UNA VITA SENZA POVERTA’.
CLAUDIO
3. > La privatizzazione dell’acqua, 18 novembre 2005, 18:52
Cara Viviana,
scusami se ti ho dato modo di pensare che la mia risposta sia stata una non risposta. Le perplessità però le hai avanzate tu, io ho voluto darti solo degli elementi in più affinché la tua posizione scaturisca da adeguata informazione. Non ho la presunzione di insegnare niente a nessuno (è troppo prendermi a riferimento Einstain…), anzi, è probabile che trovi la mia spiegazione faziosa e di parte, per questo ho lasciato a te l’approfondimento. Ma non voglio alimentare polemiche. Volevo solo sottolinearti che i pregiudizi iniziali inficiano qualsiasi tipo di dibattito, facendolo diventare solo scontro, senza incontro. Da esperienze passate, le discussioni con opposti gruppi fortemente radicali non mi hanno mai portato arricchimento. Ma raccolgo il tuo sollecito e mi contribuisco con un mio altropersonale commento.
Mi scuso con Titti per aver preso tempo nel rispondere, i motivi non sono legati alla mia premessa ma banalmente al lavoro. Giustappunto sono impiegato tecnico in una società (che voi definireste privata) di gestione del servizio idrico integrato questo succede in Campania, per l’ATO n. 3… forse fortunato per non essere stato aggredito dalle stesse polemiche dell’ATO n. 2 quando ha dovuto affidare il servizio (in Campania ai sensi della legge regionale n. 14 del 21 maggio 1997 gli ato sono 4). La mia è una straordinaria realtà lavorativa al mezzogiorno. E lo posso dimostrare in ogni momento con numeri alla mano. Realtà che ha permesso a me, giovane ingegnere senza santi in paradiso, di non andare al nord per mendicare lavoro, ma di contribuire con la mia professionalità allo sviluppo economico territoriale del mezzogiorno. La mia società (una spa) è diventa operativa nel 2002 e da quell’anno abbiamo fatto parecchia strada. Il nostro obiettivo principale, in ottemperanza alla L. 36/94 e di dare acqua potabile a tutti senza interruzioni di servizio, attraverso un servizio efficace, efficiente ed economico. Quindi un servizio industriale che naturalmente ha dei costi: per il personale addetto agli interventi, per gli investimenti di ammodernamento da effettuare, per la gestione ordinaria e straordinaria che nasce dall’avere a che fare con un sistema fisico costituito da condotte, pompe, serbatoi, pozzi, sorgenti.
Però la legge ci impone di pensare anche a quello che succede dopo che la gente ha usato l’acqua sporcandola. E mi riallaccio all’integrazione dei 3 servizi previsti dalla legge Galli.
Nessuno si è mai preoccupato di costruire dei sistemi che intercettino l’acqua sporca agli scarichi delle abitazioni, degli uffici, degli esercizi commerciali, ecc. ecc., (avrebbero dovuto farlo i comuni) la situazione è che, nella maggior parte dei casi, c’è bisogno di un sistema di fognatura.(Nel nostro territorio gran parte dei comuni non ha fognature, non si depura la maggior parte delle acque…..Vedi il Fiume Sarno e il mare che bagna i nostri comuni della provincia di Napoli).
Bene, mettiamo che abbiamo fogne complete e siamo in grado di raccogliere l’acqua sporca, …. che si fa? Non si può magicamente farla sparire. In natura nulla si crea e nulla si distrugge, quindi per l’equazione di continuità possiamo solo trasformarla. La cosa più semplice è depurarla e restituirla all’ambiente senza creare danno, affinché si perpetui il ciclo naturale dell’acqua (D. Lgs. 152/99). Questo lo si fa attraverso impianti dal funzionamento continuo e delicato come i depuratori. Chi fa e gestisce il depuratore? Prima della legge Galli l’onere era a carico dei comuni o consorzi di comuni (…..!?). Naturalmente non dico fesserie quando affermo che il collettamento delle acque reflue ha solo costi e nessun reddito. Quindi pochi interessi se non la tutela igienica e ambientale. Interessa ai privati? No di certo, è compito del pubblico! Gli enti locali hanno le capacità e la forza di accollarsi oneri sociali e ambientali?? Dalla mai esperienza posso dire con forza NO! Possiamo far finta di niente? NO.
La legge Galli procede così, enuncia dei principi fondanti (art. 1 e seguenti):
1) Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché‚ non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà.
2) Qualsiasi uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative ed i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale.
3) Gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio e al rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell’ambiente, l’agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici.
Per l’uso, si da priorità all’uso umano, perché tutti dimenticano che l’acqua viene utilizzata in tutti i settori economici, soprattutto in quantità abnormi in agricoltura, dell’acqua totale utilizzata in un anno solo il 10% rappresenta gli usi civili.
Bravo Galli, tutto condivisibile! Naturalmente la legge, da buona legge, dice pure come fare per raggiungere questi obiettivi.
Allora ci si guarda intorno e si analizza la realtà (metà anni ‘90), disparità di qualità del servizio tra nord e sud d’Italia (fino qui niente di nuovo). Il problema è nella penuria d’acqua? No, dal bilancio idrico (che è un calcolo numerico senza artifici) si evince che l’acqua in Italia è tantissima, abbiamo la disponibilità media procapite più alta d’europa (circa 400 mc abitante al giorno 1 mc = 1000 litri d’Acqua!!!). Allora perché non arriva a tutti? Perché in natura non è distribuita equamente su tutto il territorio (necessità della solidarietà) e perché quando la immettiamo in rete più del 50% (al sud) sparisce prima di arrivare ai rubinetti ! I motivi sono ….leciti ed illeciti. Pensiamo solo ai motivi leciti: nessuno fa interventi sulle reti esistenti, le reti si rompono per vetustà (perdite fisiche che per anni non si trovano….in realtà nessuno le cerca), poi nel tempo i fabbisogni sono aumentati, e i diametri delle condotte sono rimasti quelli di 20-30 anni, troppo piccoli e portano poca acqua. Qualche progetto c’è, pochi soldi per realizzarli e solo mutui della cassa depositi e prestiti. Che si fa? Dove si prendono i soldi!!!! Tangentopoli ha “distrutto” il sistema dei lavori pubblici! Non esiste un impresa pubblica capace di accollarsi tutte le attività tecniche economiche finanziarie di un acquedotto. Tra l’altro gli utenti non pagano la bolletta, anzi i comuni non emettono ruolo per l’acqua fino a quando sono costretti dalla corte dei conti. Niente torna! Le gestioni sono frammentate, circa 8.500 gestioni diverse in Italia, una per comune …ognuno per sé Dio con tutti. Allora bisogna sfruttare le economie di scala ( per esempio compriamo una macchina e la facciamo usare da più persone). Questo si può fare con un territorio più grande di quello comunale da gestire, ma per i motivi di cui sopra bisogna pensare insieme (integrare) all’acquedotto di fare anche fogne e depurazione. Con una gestione industriale si può.
Allora ci vuole gestore unico per un servizio integrato. Chi e come si fa tutto questo? Galli, che è un genio ma non un mago, ritiene che bisogna tenere conto di tutte delle realtà territoriali, per questo rimanda agli enti locali (regione, province, comuni). La regione, con apposita legge deve disegnare confini territoriali dove integrare il servizio (ATO = ambito territoriale ottimale), i comuni e le province si devono mettere d’accordo organizzando il servizio idrico integrato nell’Ato in cui ricadono.
Ed è qui la crisi…..perchè manca la politica quella vera, nella maggior parte dei casi il lavoro di amministratore è inventato al momento (mi scusino la virulenza, ma ho incontrato troppi pseudo addetti ai lavori che ancora adesso non hanno compreso cosa è la legge Galli figuratevi se mi scandalizzo perché la sinistra radicale e i movimenti insieme al mitico p. Zanotelli, montano un caso senza sapere di cosa stanno parlando)!
Questi enti locali costituiscono l’ente d’ambito e preparano un piano d’azione (piano d’ambito) costituito dalle cose da fare (piano pluriennale degli investimenti) e dal piano economico-finanziario (con quali soldi)). Poi l’ente d’ambito (quindi ripeto comuni e province) si pone la domanda: chi lo fa? E qui si aprono tutte le strade possibili di affidamento del servizio (art. 9): pubblico, privato, misto…..
Ma stiamo parlando dell’affidamento della gestione non di vendere l’acqua ad un privato!!
Nell’ATO n. 3 si è proceduti ad un affidamento, attraverso gara pubblica, della quota del 19% ad una società privata, mantenendo il 51% in mano all’Ente d’Ambito (quindi comuni, e province), la rimanente parte è assegnata a diverse società miste preesistenti. Diciamo che formalmente di privato c’è poco, però i tempi e la gestione è in modalità privata. Voglio dire che da noi (come in qualsiasi realtà aziendale) l’acqua non gira nei tubi secondo l’umore e i picci del fontaniere comunale di turno, ma secondo ordini di servizio che rispettano il percorso logico e tecnico per raggiungere l’efficacia e l’efficienza del servizio. Sembra l’ovvietà e invece è una conquista straordinaria!
Francamente l’acqua serve a tutto e a tutti, ma, nessuno, proprio NESSUNO ha la percezione che è una risorsa rinnovabile ma non all’infinito, allora si spreca, si ruba, si butta, si sporca senza ritengo né un minimo di decenza, lasciando così, un monumento di incuria ed indifferenza terribile. Allora ben venga la gestione ottimale di un servizio, se voi poi la volete chiamare privatizzazione fate pure, basta che non vi prestate a chi che con false ideologie vi imbroglia per non cambiare nulla. Il sistema dei servizi idrici è inefficiente e statico, la legge Galli è una riforma, le riforme vanno comprese, opportunamente corrette se necessario, ma sostenute, altrimenti non cambia mai nulla e abbiamo perso tutti.
Sperando di avervi dato qualche elemento in più, mi riservo una secondo personale commento per parlare specificatamente della tariffa (costo del servizio) e di poi un terzo per parlare dell’ATO n. 2 Campania e di quello che sta succedendo a Napoli.
Come vedete la gestione integrata è abbastanza articolata e scrivere lunghe memorie non è il mio forte.
Alla prossima
Buone cose
Marianna
marianna.panico@libero.it
1. > La privatizzazione dell’acqua, 18 novembre 2005, 20:53
Grazie Marianna di averci risposto. Sono contenta che in un altro intervento ci spiegherai le condizioni economiche del servizio di distribuzione, recupero e riutilizzo dell’acqua perchè è questo che mi preoccupa e ti spiego perchè. Come emerge chiaramente da quanto ci hai spiegato i costi della gestione integrata della fornitura sono elevati al punto che il pubblico non riesce - e le carenze lo ’dimostrerebbero’ (non ne sono convinta, perciò uso le virgolette). A parte che se una cosa non va bisognerebbe rinnovarla apportando aggiustamenti di sistema non necessariamente cambiare rotta, ma le perplessità e le domande sono: che ci ricava un privato (chè una spa è tale anche se possiede una quota prioritaria e come tale deve rientrare delle spese sostenute e incrementare capitale) dalla gestione? Da dove prevede gli introiti? A quanti dà lavoro? E l’operazione di appalto a quanti il lavoro lo ha tolto? Per quanto tempo ha in gestione il servizio? Se è a tempo determinato provvederà alla manutenzione e all’ammodernamento degli impianti fino all’ultimo? E per l’utenza la differenza quale sarà? E quei cittadini ’morosi’ che la bolletta non la pagano saranno ’giustamente’ puniti con la privazione dell’accesso all’acqua? Ed essendo la società interessata al lucro non ci saranno quartieri meglio forniti di altri e quartieri ’enclave’ dove non ci saranno fontane pubbliche, l’acqua non arriva regolarmente e continueranno a non esserci fogne? Il mio timore è che che in un primo periodo i costi sociali dell’affidamento di gestione del ciclo dell’acqua al privato o semiprivato, come preferisci, saranno pagati dal taglio all’organico dei ’fontanieri comunali’ e per l’utenza sembrerà migliorare il servizio e le tariffe, ma poi, sul lungo periodo, le tariffe aumenteranno per ovvie ragioni di bilancio, e sempre per le stesse ragioni diverrà scadente il servizio a mano a mano che scade il mandato della società affidataria che inoltre, avvicinandosi la scadenza del suo mandato, non farà investimenti per l’ammodernamento degli impianti.
Il privato, per sua natura, ragiona sul breve periodo, il sociale, la democrazia, la politica, ho sempre pensato e creduto fermamente sia e debba essere capacità di progettare sul lungo periodo, capacità di pensare, cioè, un mondo sempre più vivibile.
Mi fa piacere la tua disponibilità al confronto, il tuo chiarimento senz’altro contribuisce a far chiarezza e senz’altro mi arricchisce anche perchè mi consente di chiarire timori che detti sinteticamente possono sembrare pregiudizi faziosi ma che in realtà sono radicati in convincimenti profondi.
Mi farà piacere se chiarirai i miei dubbi e perfino sbagliarmi mi farebbe piacere ma non credo... Come napoletana, comunque, sono contenta che tu sia riuscita ad impiegare qui la tua professionalità - era un mio credo politico: se so fare una cosa è qui che la voglio fare!!! - invece a me, insegnante di italiano e latino nei licei, grazie alla Moratti, toccherà, come al solito, come sempre, come ci stavamo un pò dimenticando, cercare fortuna su altri lidi... Non mi lamento di certo specie se al telegiornale vedo i ’soliti migranti’ che si ammazzano ancora prima di sapere che i loro sogni si sarebbero comunque infranti sulla Bossi-Fini...
Come vedi non è un fatto di radicalismo spinto e gratuito...
Ti saluto con affetto, a presto, Titti
tittimarsico@virgilio.it
4. > La privatizzazione dell’acqua, 22 novembre 2005, 19:19
Cara Viviana, ti scrivo dal comitato acqua di Caserta e vorrei soddisfare la tua richiesta di documentazione sulla vicenda privatizzazione acqua Ato2. Se invii all’indirizzo comitatoacqua@yahoogroups.com la tua richiesta, sarò certa che riceverai un aggiornamento e potremo far conto anche sulla tua collaborazione in questa mobilitazione.
Saluti cordiali.
Mena Moretta