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LA COALIZIONE COMUNISTI+GRILLINI E LE REAZIONI USA (prima parte)
par Lucio Manisco
Publie le giovedì 21 febbraio 2013 par Lucio Manisco - Open-PublishingFantapolitica? La rivolta di Atlante in Italia. (prima parte)
Misteriosa scomparsa di Mario Monti e Elsa Fornero. Fanno sparire le loro tracce anche Scalfari, Eco, Baricco, Marchionne, Cancellieri e tutti gli industriali indagati o arrestati nel 2012-2013. La bancarotta USA del 1 marzo trascina il mondo nel baratro finanziario. Le toghe rosse arrestano Berlusconi per evasione del canone Rai.
New York, 1 aprile - “Una coalizione scellerata”, “Vergognoso colpo di mano comunista” sono i titoli del New York Times e del Wall Street Journal sulla notizia del sensazionale accordo raggiunto dopo 30 giorni di convulsi negoziati da Pierluigi Bersani e Beppe Grillo sulla formazione del nuovo governo. Il Los Angeles Times dal canto suo pur ammettendo che gli esiti elettorali del 24-25 febbraio, la bancarotta USA del 1 marzo, il conseguente baratro finanziario in cui è sprofondato il mondo intero avevano reso difficile per il presidente uscente G. Napolitano la scelta alternativa di nuove elezioni a giugno, sottolinea come gli altri straordinari e inspiegabili eventi che stanno sconvolgendo l’Italia possano avere minato le basi del suo sistema democratico.
Sommarie e superficiali le analisi di tutti i mass media americani sugli orientamenti del nostro elettorato sullo sconcertante e senza precedenti livello raggiunto dell’astensionismo anche se contemporaneamente vengono ricordati i dati essenziali sui nuovi schieramenti parlamentari: 256 seggi alla Camera al PD-SEL, 144 al M5S, 45 al PDL, 11 a Ingroia e 9 a Monti; 122 seggi al Senato di PD-SEL, 82 al M5S, 18 al PDL, 4 a Ingroia, nessuno a Monti. Anche le defezioni annunziate ieri notte da SEL e da una dozzina di “grillini” non alterano le maggioranze della nuova coalizione mentre il Boston Globe definisce irrispettosamente “frattaglie, inconsistenti e friabili” le altre formazioni presenti nelle due camere. Ilari i commenti sul crollo del PDL, sul presunto peso degli evasori fiscali sull’esito elettorale: tra le fanfaronate di Berlusconi e gli impegni più o meno espliciti di Grillo gli evasori avrebbero preferito la “promessa più genuina”.
Meno convincenti – secondo la stampa americana – le motivazioni del comico genovese per il salto mortale, da circo equestre, di ieri notte: l’atto di responsabilità patriottica per impedire che l’Italia venga inghiottita dai flutti del Mediterraneo in tempesta, una partecipazione pro-tempore e da agguerrita sentinella ad un governo di breve durata che permetterà al M5S di completare lo smantellamento della classe politica più corrotta della storia, il raggiungimento di maggioranze assolute nelle elezioni di autunno con l’erosione terminale della base del PD ed altre stravaganti e irruenti giustificazioni hanno lasciato perplessi molti dei seguaci di Beppe Grillo che non attenderanno molto per metterlo alla prova sull’abolizione dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia. “Patetiche ed eversive” – secondo il San Francisco Chronicle le argomentazioni di Pierluigi Bersani nel discorso a reti unificate di ieri: salvare l’Italia; ragazzi, i numeri sono numeri, la matematica non è un’opinione, la partecipazione del M5S al governo darà un contributo decisivo alla nostra lotta alla corruzione e comunque siamo riusciti a smacchiare il giaguaro, che, ricorda ironicamente il quotidiano californiano a Bersani e Prodi – non è un animale africano, ma sudamericano: tutti ragionamenti – e qui lo stesso quotidiano la spara grossa – che richiamano alla memoria il patto Von Ribbentrop – Stalin.
Per quanto poi riguarda l’arresto del giaguaro Silvio Berlusconi il 22 marzo per reato recidivo e continuato in evasione del canone Rai sarcastica quanto disdicevole l’analogia delineata dai mass media USA: le toghe rosse italiane lo hanno beccato non per i suoi gravi reati, ma per una piccola evasione fiscale, così come nel 1931 fece Eliot Ness dello FBI con Al Capone.
Uguale allarmata evidenza viene data negli Stati Uniti, come nel nostro paese, dalle ricorrenti scomparse dalla circolazione dei più eminenti personaggi del mondo politico, culturale e finanziario: dal 29 febbraio sembra siano spariti nel nulla Mario Monti e Elsa Fornero (inspiegabilmente la signora Elsa Monti ha atteso tre giorni prima di denunziare l’evento alla polizia) e nei giorni seguenti in rapida successione hanno fatto sparire ogni traccia Sergio Marchionne, Anna Maria Cancellieri, molti degli industriali indagati nel 2012-2013 e poi intellettuali come Umberto Eco, Eugenio Scalfari, Alessandro Baricco e economisti italiani della scuola di Chicago. Tutti i giornali degli Stati Uniti sollevano interrogativi e ipotesi delle più disparate su queste misteriose scomparse e sottolineano come il governo di Washington abbia posto a disposizione delle nostre autorità i migliori agenti dello FBI. Mobilitata anche l’Interpol, fino ad oggi senza alcun risultato.
Da notare comunque che la formazione del nuovo governo di coalizione e gli strani eventi su citati non sono certo al primo posto dell’attenzione dei mass media di oltre oceano. Ben altro il risalto dato alla catastrofe economico-finanziaria provocata dal fiscal cliff del 1 marzo in cui il presidente Obama ha fatto precipitare gli Stati Uniti e il mondo intero per denunciare il dissennato bluff dei repub1blicani; le conseguenze, al di là dei giochi politici interni, sono da settimane sotto gli occhi di tutti: paralisi del Governo Federale e della Fed, un milione e duecentomila impiegati senza stipendio, crollo dei mercati azionari in America, in Europa e in Asia, crisi delle banche centrali e blocco dei movimenti dei capitali. Un vero e proprio si salvi chi può.
(continua)