Home > L’Unione che vorrei
Dazibao Governi Elezioni politiche 2006
di Flavio Serra
Abbiamo vinto. Ma è solo un passo. Ricordate lo slogan dell’Unione?
Io partecipo. Io scelgo. Io governo.
L’obiettivo non era "vincere le elezioni" ma "vincere le elezioni per governare". Saremo in grado di governare? Dopo 5 anni al governo, Berlusconi continuava a dare alla sinistra la colpa del proprio fallimento.
Io credo invece che chi vince le elezioni non abbia scuse. Il successo o il fallimento dell’ Unione al governo dipenderà solo dal successo o dal fallimento dell’Unione come movimento politico.
E cioè...
A mio parere il successo dipenderà da:
– la sopravvivenza della "formula". L’Unione deve essere non solo alleanza elettorale, ma a livello di vertice va intesa vera "cabina di regia", ed a livello di base come luogo di incontro di persone, interessate ed attive, oltre le "etichette" di partito. Il partito "democratico" se nascerà non è alternativo all’Unione, nè deve coltivare sogni di egemonia.
– la capacità di unire il paese con i risultati, non con le alchimie politiche. I pochi seggi di scarto al senato non inducano a "campagne acquisti", nè a strizzare l’occhiolino all’opposizione o ad una parte di essa. L ’Unione sia sè stessa, governi, produca, dimostri.
– il rispetto del programma: il programma è dettagliato, condiviso. Va attuato tutto e subito, senza ripensamenti, almeno per la parte che non è sotto la tagliola dei disastrati conti pubblici. Penso alle coppie di fatto, al conflitto di interessi.
– i dissensi vengano gestiti faccia a faccia, non sulle pagine dei giornali. Ci sono più cose che ci uniscano di quante ci possano dividere. E si stimoli la crescita dell’Unione anche a livello di base, senza coltivare le proprie piccole parrocchie.
Non penso sia chiedere troppo. In questo senso, il risultato così stretto ha forse un risvolto positivo, quello di aiutarci a capire che siamo tutti utili ed indispensabili, da Mastella a Caruso. Molto dipenderà anche da noi, che in queste elezioni ci siamo mobilitati. Dobbiamo restare attivi e continuare a partecipare, a scegliere, a governare, assieme ai rappresentanti che abbiamo eletto.
Un piccolo inciso: se Forza Italia, AN, UDC e Lega si fossero presentate unite, avrebbero forse strappato all’Unione un seggio in Sud America ed uno in Nord America. Oggi la CDL avrebbe la maggioranza al Senato. Dissensi e lacerazioni non pagano. Ricordiamocelo negli anni a venire!