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Dazibao Elezioni politiche 2006 Leopoldo BRUNO
di Leopoldo BRUNO
Con l’esito delle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006 si apre in Italia uno scenario inedito.
Gli esponenti dei partiti barcollano nelle loro considerazioni che vanno dalla soddisfazione per la vittoria alla preoccupazione per come fare a governare. E’ evidente che chi invece lavora per un altro mondo possibile deve ragionare in tutt’altro modo.
Ci vogliono far credere che la gente è andata a votare in massa. E invece - come rivela l’Istituto Cattaneo su "il manifesto" del 12/4/6 - è solo l’effetto della diminuzione del numero degli aventi diritto rispetto a cinque anni fa.
A mio modo di vedere, questa che si è aperta rappresenta in tutta evidenza una buona occasione.
Il nostro luogo è la faglia che si è creata.
Muoverci come se fossimo il coltello in una forma di parmigiano.
Per il Movimento la strada migliore è individuare e condividere un obiettivo guida.
Il punto centrale da perseguire - seconodo me - è l’economia.
Noi dobbiamo stimolare il declino. E’ qualcosa che non ha a che fare con la violenza né tantomeno con la mera riduzione della quantità d’acqua da usare
pro-capite.
Indirizzare le nostre energie a favore della decorticazione dell’attuale modello neoliberista del capitalismo. Rivelare in tal modo a tutti cos’è.
Cominciando ognuno nel comportarsi in modo perfettamente opposto a quello che ci viene richiesto. E nel contempo organizzare collettività e produrre teoria di liberazione della società e della conoscenza.
I Sindacati (che per la loro stessa attività hanno ragione d’essere dentro al rapporto capitale-lavoro) non sono della partita.
John Holloway su "il manifesto" del 9/4/6 afferma:"...la rivoluzione non è quella catarsi così come immaginavamo nel passato...Ora possiamo pensare la rivoluzione non come evento di un futuro più o meno lontano ma come un insieme di lacerazioni che si stanno aprendo nel tessuto della dominio, spazi o momenti di rifiuto-e-creazione nei quali gli uomini e le donne affermano che qui no, qui faremo le cose in un altro modo. La rivoluzione è semplicemente la creazione, espansione e moltiplicazione di questi strappi".
Quello del voto per le elezioni politiche è uno strappo endogeno istituzionale.
Ora sta a noi dire: "no". Manifestare contro i prossimi accordi per i tagli alle spese sociali non deve più bastare!
Qui ora ci impegnamo su un altro obiettivo. E’ l’economia stessa che produce disoccupazione endemica e precarietà della salute, degli affetti,delle relazioni.
L’ultima è che anche gli studiosi adesso ammettono sottovoce che - contrariamente a quel che si pensava - sul lavoro più si è precari e più lo si continua a essere.
I contratti "flessibili" che vengono proposti ai lavoratori si susseguono l’uno all’altro anziché avere un termine; determinano un circolo vizioso. La soluzione non è il posto fisso invece di quello precario. Viviamo in un sistema che si fonda su un tipo di vita che non vale la pena.
Prendiamo nel contempo atto, però, che c’è un problema evidente di leadership nel Movimento.
Incapace, dal 2001 a oggi, di costruire legami fra noi. Le manifestazioni oceaniche contro la guerra non hanno prodtto risultati e hanno lasciato soltanto ricordi personali. Chi ha rappresentato la leadership fino a oggi, chi vi ha dedicato la vita va ringraziato.
Il detto ci dice che "l’occasione fa l’uomo ladro".
Proviamo soltanto a farci furbi.
Mostriamo a tutti quanti che cos’è il capitalismo,
tirandogli via la sua corteccia.
Messaggi
1. > L’OCCASIONE, 14 aprile 2006, 16:06
..io credo che l’occasione sia...
..di dimostrare che si puo’...
mettere in regola quei precari che lavorano da anni ..riconferma dopo riconferma...
..senza far credere che la stabilita’ vuol dire poi farsi i cavoli propri...
..controllare le tasse dei liberi professionisti..
..assicurare ai cittadini una sanita’ pubblica efficente...
..assicurare una scuola pubblica competitiva a livello europeo..
..garantire al lavoratore il non licenziamento per motivi non validi..
..e garantire al datore di lavoro..sia esso anche la pubblica amministrazione...
..la possibilita’ di licenziare per per giusta causa...
..io mi aspetto..dall’amministrazione del governo...
..coerenza..trasparenza...
..sacrificio a chi siede in parlamento..tanto quanto verra’ chiesto ad ogni cittadino...
..se come dicono ..basta un raffreddore...
..ebbene..spesso sul mio lavoro per solidarieta’ con i colleghi..
..siamo andati a lavorare..anche se non stavamo proprio bene..
..so che non e’ giusto...ma in emergenza..la gente e’ solidale...
..come nel aiutare una collega che essendo precaria non puo stare in malattia...
e quindi senza farle pesare...vediamo di sollevarla da alcuni incarichi...
...so che non e’ eticamente sindacale..questo non vul dire arrendersi...
..combattiamo per i giusti diritti...ma non la lasciamo da sola..
...io credo che governare vuol dire cominciare a guardare cio’ che si ha in mano...
e poi decidere le priorita’...
..i deputati hanno un’occasione per dimostrarci che sono degli onesti lavoratori..
..e che le loro energie non vanno spese per essere i primi..o piu’ potenti..
..ma per amministrare le risorse della famiglia italia..
..poche..ma se lo faranno con onesta’ e trasparenza..
..i componenti della famiglia sapranno adattarsi...
..ma se faranno ancora giochetti di potere..e chiederanno lo sforzo solo e sempre agli
stessi...
..credo che ....
..io penso che le due meta’ della torta...
..per quanto riguarda le cose fondamentali ..non siano tanto distanti..
..parlo della gente che lavora..si alza la mattina e fa il suo dovere..
..forse sono banalotta..e infantile..
..chissa’
..rimbocchiamoci le maniche..tra poco inizio il turno..sino alle 22.30..
..ho ancora un po di raffreddore.......ma... :)
..nada
2. > L’OCCASIONE, 14 aprile 2006, 16:10
Caro Leopoldo, cos’è il capitalismo lo sanno tutti sulla propria pelle, quello che manca è l’innesco di un processo di catalizzazione organizzata di un sentimento generale di rivolta che porti non alla sterile manifestazione del dissenso ma all’apertura di un vero processo di cambiamento che coinvolga la maggioranza della popolazione. Questo è possibile,spetta a tutti noi aprire un processo costituente per una nuova Area della sinistra, una nuova economia ed una nuova etica: è necessaria una forte etica che ridia una identità alla gente capace di resistere alla
campagna idolatrica di menzogne quotidiane di cui Frodi è un campione, come lo era ieri Berlusconi!
Lorenzo Dellacorte
1. > L’OCCASIONE, 14 aprile 2006, 20:09
Mentre si disquisisce sul futuro e si butta merda su Prodi, qui qualcuno sta tentando una specie di golpe .....
Prodi: "La partita è chiusa"
Berlusconi: "Nessuno ha vinto"
Si rivelano infondate le accuse lanciate da Berlusconi all’indomani del voto. Il ministero dell’Interno riduce da 43.028 a 2.131 per la Camera e da 39.822 a 3.135 per il Senato, le schede da rivedere. I precedenti numeri allarmistici forniti dal premier uscente sarebbero per Pisanu "frutto di un errore materiale".
Berlusconi: "Siamo ad uno stallo, non ci sono nè vincitori nè vinti".
Prodi: "E’ ora che si riconosca la vittoria"
Credo francamente che per fare le pulci a Prodi ci sia tutto il tempo ( io lo faccio da mesi, anche su questo sito) ma il problema del momento mi sembra sia francamente un altro .....
Vanni
3. > L’OCCASIONE, 15 aprile 2006, 19:27
IL CONFLITTO SOCIALE COME ALTERNATIVA CONCRETA
Stiamo assistendo in questi giorni ad una analisi approfondita sulle cause
di una vittoria così risicata da parte dell’UNIONE e soprattutto sul nostro
territorio di una vittoria netta delle destre che mettono in allarme i
dirigenti del centro-sinistra in vista del voto per le comunali.
Una prima risposta a questa situazione sta nel tentativo in parte riuscito
da parte di Berlusconi di trasformare la composizione della società italiana
creando un vero e proprio black out culturale.
Ha inoltre avuto la capacità di portare a votare il popolo dei condoni che
non è la borghesia (i cosiddetti poteri forti) che da tempo hanno stretto in
un abbraccio mortale l’Unione ma
strati ampi di abusivismo popolare,presente nelle periferie urbane con la
mentalità da piccoli proprietari ma che comunque sono costretti a vivere con
il problema della precarietà del proprio lavoro e del futuro dei loro figli
e che hanno visto nel "populismo berlusconiano" una forma di protezione.
A questo si aggiunge la crisi che attraversa la società europea davanti
all’avanzata della globalizzazione capitalista che provoca squilibri sociali
devastanti avvertiti maggiormente nelle periferie delle metropoli e che
avvolgono ampi strati di popolazione in un senso di sicurezza e di paura
del nuovo.
In questo scenario si può comprendere maggiormente il successo da parte
delle destre nel nostro territorio. Ci sembrano alquanto assurdi gli
interventi di esponenti politici di Forza Italia e di Alleanza Nazionale che
parlano di trionfo e di ottimo lavoro svolto sul territorio, quando tutti
sanno che questi partiti sono privi di strutture organizzate reali e che in
questi anni si sono distinti soprattutto per una silenziosa collaborazione
con il centro sinistra. Un’altra considerazione che va fatta riguarda
l’affermazione anche nel nostra città della sinistra cosiddetta radicale,
questo
risultato significativo lo si deve maggiormente alla capacità dei Movimenti
di portare alla ribalta un nuovo protagonismo politico sociale che ha saputo
innervare il conflitto sociale nela nostra città.
Noi come Network per i Diritti Globali pensiamo sia importante partire
proprio da questo,cioè dalla capacità di costruire il conflitto sociale per
sconfiggere le politiche neo liberiste portate avanti sia dal Governo
Berlusconi che dal Governo di Centro Sinistra che verrà.
La sinistra radicale deve uscire dalla trappola paralizzante impostagli da
anni dal centro sinistra a livello locale e ora anche a livello nazionale
per farsi attraversare e contaminare dalle istanze portate avanti dalle
realtà di base.
C’è bisogno in questo momento di ripartire dai territori per ricostruire i
legami sociali e dare un segnale di rottura culturale per fermare l’avanzata
neoliberista rimettendo al centro dell’agenda politica temi come la lotta
alla precarietà con la cancellazione della legge 30 e del pacchetto Treu,
del no alla guerra con il conseguente accaparramento di risorse naturali
promovendo invece concrete politiche di tutela ambientale.Solo così è
possibile costruire una vera alternativa per il nostro paese.
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1. > L’OCCASIONE, 16 aprile 2006, 11:15
Sono d’accordo con tutto quello che dici, anzi aggiungo che bisogna darsi da fare prima che la dirigenza DS ci traghetti tutti sulla sponda liberista e a quel punto saremmo fritti.
Per quanto riguarda invece gli strumenti e gli obbiettivi della lotta penso che dovremmo organizzare qualcosa per comunicarci in modo più rapido, chiaro e sintetico le nostre idee tramite i blog e passare tutto il tempo libero dal lavoro in piazza a manifestare con forza, ricorrendo ai metodi usati dagli studenti francesi che hanno sconfitto il governo con pochi giorni di sciopero, la nostra opposizione a tutto quello che non ci va bene.
Dovremmo inoltre combattere frontalmente il consumismo e formare un fronte unico, che reputo possa arrivare subito al 30% dei consensi, di cittadini che non ne possono più di questo mondo di merda.
Dobbiamo tornare insomma alle bandiere rosse, agli inni comunisti, alla lotta dura senza paura e alla conflittualità permanente. Seguendo la sinistra Valium di Fassino e D’Alema non vinceremo mai, noi che rappresentiamo la stragrande maggioranza del popolo italiano.
Una notizia incoraggiante. Nei Paesi dell’Est la protesta contro il caro vita e la delusione per la globalizzazione sono più forti che da noi. Insomma il momento è maturo.
2. > L’OCCASIONE, 16 aprile 2006, 13:01
L’Italia a metà
Radio Città Aperta · Roma
I risultati delle elezioni hanno presentato uno scenario inedito ma non del tutto imprevedibile.
Il nostro paese, chiamato ad esprimersi sulla rappresentanza politica dei propri interessi, ha visto una netta spaccatura sociale che trasferisce sulla politica l’ipoteca della ingovernabilità.
Una analisi più approfondita conferma però che se tutti i dati oggettivi (la situazione economica negativa, lo schieramento ostile di alcuni poteri forti) erano contro Berlusconi, il “caimano” ha saputo mobilitare assai meglio del centro-sinistra la soggettività del suo blocco sociale di riferimento. Berlusconi ha mobilitato gli interessi materiali di un blocco reazionario assai ampio con forti basi sociali nel nostro paese. L’Unione – al contrario – ha continuato a tirare il freno a mano operando in modo diametralmente opposto, nascondendo e attenuando l’identificazione degli interessi sociali con una rappresentanza politica definita e soggettivamente forte e riconoscibile.
Il nostro continua ad essere un paese anomalo a maledetto ma nel quale il rapporto tra società e rappresentanza politica del centro-sinistra appare sempre più debole.
A questo punto il governo non può che farlo l’Unione assumendone la responsabilità e liquidando l’ipotesi di una “Grande Coalizione” che imbarchi qualche pezzo del centro-destra. In questo scenario i partiti della sinistra – che pure hanno avuto un buon risultato – si ritroveranno con le mani strettamente legate al governo Prodi.
I risultati dei partiti della sinistra dell’Unione confermano la tendenza che era già emersa nelle europee di due anni fa. Insieme PRC, PdCI e Verdi rappresentano più del 10% dei voti. Se avessero agito unitariamente – attraverso la coalizione Arcobaleno - il loro peso politico sarebbe oggi assai maggiore. La stessa Rifondazione da sola è rimasta al palo (il voto al Senato fa relativamente testo), a conferma che la “mezza Bolognina” bertinottiana non è in grado di procurare nessuna onda lunga positiva. I Verdi devono ringraziare il bacio leggerissimo della buona sorte e il PdCI vede ripagato il recentissimo guizzo di identità e coraggio. La sinistra insomma non cresce ma non crepa. Esce ridimensionata – per fortuna – l’operazione della Rosa nel Pugno che dietro petali accattivanti nascondeva spine velenosissime di carattere liberista e filostatunitense.
L’Italia dunque è spaccata socialmente e ingovernabile politicamente. Se a sinistra emergesse un progetto ed una soggettività politica forte, la situazione potrebbe essere eccellente.
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