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Giornata mondiale contro la guerra il 19 marzo 2005 Manifestazione nazionale a Roma
Publie le martedì 22 febbraio 2005 par Open-PublishingDazibao Manifestazioni-azioni Guerre-Conflitti medio-oriente
ore 15.00 piazza della Repubblica
Via subito le truppe dall’Iraq
Portiamo l’Italia fuori dal sistema di guerra
Libertà per Giuliana Sgrena e tutte/i i sequestrati
A due anni dall’invasione dell’Iraq, visti i pericoli dell’escalation della guerra permanente in Medio Oriente , il movimento contro la guerra, stante quanto è stato ribadito e rilanciato dai movimenti sociali nel Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre, fa appello ad una straordinaria manifestazione globale il 19 marzo.
Il movimento internazionale contro la guerra esige oggi più che mai la fine dell’occupazione dell’Iraq. Esige che gli USA cessino di minacciare la Siria, l’Iran, il Venezuela, Cuba ed altri paesi. Sostiene il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione e ad una pace fondata sulla giustizia.
I movimenti contro la guerra si stanno impegnando per stabilire maggiori contatti con le forze che resistono contro l’occupazione in Iraq e in Medio Oriente. I movimenti contro la guerra che si sono sviluppati a livello mondiale appoggiano il diritto del popolo iracheno a resistere contro l’occupazione. In questo senso condividiamo la proposta di organizzazione di una conferenza - da tenersi fuori dall’Iraq occupato - di tutti i diversi gruppi e delle forze antioccupazione dell’Iraq per confrontarsi anche con il movimento internazionale contro la guerra.
Le elezioni tenutesi in Iraq hanno rivelato sia la loro manipolazione sia la loro incapacità di essere un reale elemento di ricomposizione popolare di un paese occupato militarmente ed hanno reso ormai evidente il progetto di balcanizzazione del paese. Le elezioni non hanno affatto portato alla normalizzazione mentre l’occupazione ha trasformato l’Iraq in un mattatoio in cui imperversano le truppe occupanti, i mercenari e gli squadroni della morte. E’ in questo contesto che giornalisti scomodi scompaiono. vengono uccisi o intimiditi ogni volta che cercano di far luce sui crimini di guerra e su quanto è avvenuto a Falluja. E’ il caso di Giuliana Sgrena del Manifesto e prima di lei dei giornalisti francesi, dei giornalisti di Al Jazeera, di Baldoni o delle cooperanti del Ponte Per. La sorte di Giuliana Sgrena dipende dalla costanza e dall’ampiezza della mobilitazione popolare che si oppone all’interventismo militarista del governo. Facciamo di tutto per contribuire a liberarla.
Riteniamo necessario portare l’Italia fuori dal sistema di guerra.
L’integrazione dell’Italia nel sistema della guerra permanente, è quanto venuto configurandosi negli ultimi anni. E’ un sistema che prevede l’invio di soldati all’estero per missioni militari mascherate da operazioni di pace o guerre "umanitarie"; che utilizza le basi militari USA e NATO nel nostro paese come strumento operativo della guerra preventiva, includendovi - come è stato recentemente confermato - anche le armi mucleari; che vede crescere sistematicamente le spese militari e per la "sicurezza" sottraendo alle spese sociali; che privilegia lo sviluppo della ricerca e degli investimenti nell’industria bellica; che vara leggi liberticide contro la libertà di informazione, di associazione e di manifestazione.
E’ da questo sistema di guerra che dobbiamo sottrarre l’Italia per indebolire qui da noi gli interessi e le basi materiali della guerra infinita contro gli altri popoli e paesi. E’ la sfida democratica, quella di una politica estera che sostenga il diritto internazionale opposto alla teologia della guerra, quella che il movimento contro la guerra lancia a questo e ai prossimi governi.
E per questi motivi che intendiamo appoggiare i militari che si rifiutano di andare in guerra e difendiamo gli attivisti perseguitati perchè si sono attivati contro la guerra bloccando i treni, i porti e le strade su cui transitavano gli armamenti destinati al mattatoio iracheno.
Il 19 marzo prossimo, secondo anniversario dei bombardamenti sull’Iraq, il movimento contro la guerra riempirà le piazze delle principali città degli Stati Uniti e delle capitali nel resto del mondo. In Europa, a Londra e a Roma, le manifestazioni assumono particolare importanza perchè i due governi sono direttamente impegnati nell’occupazione dell’Iraq.
Chiamiamo i movimenti pacifisti, antimilitaristi, antimperialisti, le forze sindacali, politiche, sociali, i soggetti della cultura e dell’informazione, a mobilitarsi il 19 marzo a Roma in una grande manifestazione nazionale:
1) per esigere subito il ritiro delle truppe di occupazione dall’Iraq
2) per ribadire la sovranità dell’Iraq e la legittimità della resistenza all’occupazione militare
3) per animare anche in Italia la campagna internazionale contro le basi militari USA e NATO
4) Per rilanciare le campagne per il disarmo nucleare, contro la produzione e l’export delle armi, per la riduzione delle spese militari
Adoperiamoci in ogni ambito nelle prossime settimane per preparare con incontri, sit in e manifestazioni locali la giornata mondiale contro la guerra, affinchè il 19 marzo ci sia una nuova grande manifestazione nel nostro paese. I governi della guerra devono trovarsi nuovamente la strada sbarrata dal popolo della pace. Se non ora, quando?
Il Comitato promotore della manifestazione del 19 marzo
info e adesioni: Roma19marzo@libero.it