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Cindy, la "mamma per la pace" dai sit-in all’arena politica

Publie le mercoledì 7 giugno 2006 par Open-Publishing

Dazibao Donne Movimenti Cindy Sheehan

Incontri con leader stranieri, a partire dal venezuelano Chavez e la campagna contro Hillary Clinton che "non è diversa da Bush" Cindy, la "mamma per la pace" dai sit-in all’arena politica
Il prossimo passo è la candidatura alle primarie in California
L’obiettivo principale è sempre "riportare a casa i nostri ragazzi"

di GAIA GIULIANI

NEW YORK - "Voglio le dimissioni di Hillary Clinton!", urla Cindy Sheehan. In piedi su una cassa di birra rovesciata, arringa i partecipanti alla cena di Jonathan Tasini, unico coraggioso sfidante della senatrice Clinton alle primarie dei Democratici per le elezioni di medio termine. La "Peace mom", madre del soldato Casey ucciso in Iraq, famosa per il sit in di 26 giorni davanti al ranch di Bush e un successivo arresto, lotterà "con tutte le sue forze" contro la candidatura dell’ex first lady. Per la pace - "si deve combattere solo per difendere la nazione" - ma anche per annusare da vicino il terreno della politica.

"Che differenza c’è tra Hillary e Bush? Ha votato a favore della guerra, chiesto di rafforzare il contigente, è solo un altro falco". E una guerra personale, ma senza fucili, la farà lei alla senatrice. "Quando ci siamo incontrate - in un meeting iper pubblicizzato - le ho chiesto se non ritirerebbe le truppe davanti alla bara della piccola Chelsea ammazzata in Iraq. ’Bisogna avere pazienza mia cara’, ha risposto, ’sa, a Washington si lavora con una tale lentezza’. Clinton fuori dal senato, e impeachment per Bush!".

T-shirt bianca, gonna jeans e un maglione annodato in vita, mamma Sheehan usa bene gli slogan. E le serviranno, perché ha deciso di fare il grande passo. "Sì entrerò in politica, per i Democratici naturalmente. Voglio cominciare dalla California, ma non prima di essere riuscita a far tornare i nostri ragazzi a casa". "In effetti - aggiunge quasi sovrappensiero - sto pensando che potrei anche iniziare a giugno contro la Feinstein (democratica, in lizza per le primarie della California, ndr), ma non so...".

Risponde alle domande mentre firma autografi, posa sorridente per i telefonini dei presenti in fila per uno scatto, un abbraccio, una stretta di mano. Ha rubato la scena al candidato Tasini, quello che il New York Times ha definito tempo fa un semi sconosciuto, sottolineandone però la chiarezza delle posizioni a differenza dei continui tentennamenti della signora Clinton. Ritiro immediato lui, "eventualmente" quando l’Iraq sia in grado di badare a se stesso, lei. Hillary come il "mantra di Bush", ha rimarcato il quotidiano.

Tasini, solo a fronteggiare un gigante, è dato perdente, ma non ha paura di essere ricordato come "quello che ha perso contro la Clinton". Se va male, tornerà a fare il sindacalista. Magari votando per Cindy, che ha un’agenda fitta d’impegni. A gennaio ha incontrato in Venezuela Hugo Chávez, dichiarandosi entusiasta della sua politica antiamericana. Poco dopo il vice di Zapatero, perché "il premier spagnolo era all’estero". E ha in programma altri colloqui: "A luglio sarò in Italia, e spero tanto di riuscire a parlare con Prodi, un uomo così compassionevole: l’Italia e la Spagna sono un esempio che gli Stati Uniti dovrebbero seguire". Certo l’Italia le truppe non le ha ancora ritirate... "Hanno detto entro la fine dell’anno, no? Sono felice che Berlusconi abbia perso. Con Bush e Blair formava il triumvirato del fascismo, del maligno".

Contro il suo presidente tornerà a protestare il 14 giugno a Washington, giorno in cui si festeggia la bandiera americana, e il 4 di luglio, festa dell’indipendenza, di nuovo davanti al suo ranch texano. Quale sarà il suo slogan? "Fuck up the war!". Un chiaro messaggio alla nazione.

http://www.repubblica.it/2006/06/se...