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È stato ferocemente giustiziato Vittorio Arrigoni uno dei nostri.
Non il militante di una fazione, non solo o non tanto un pacifista o un sostenitore della causa palestinese ma un essere umano che conosceva il significato di questa parola.
Essa implica un dovere animato da una passione irreprimibile. Il dovere di stare a fianco al povero, all’oppresso, al perseguitato;i brutali esecutori dell’orrore sarebbero degli islamisti salafiti, vedremo.
Ma i mandanti non sono loro.
Il mandante della violenza è l’oppressione, l’ingiustizia, il privilegio, il razzismo. Vittorio era a fianco del popolo palestinese, dei suoi bambini, delle sue donne e dei suoi vecchi, come lo sono molti di noi pur senza la sua coraggiosa determinazione e la sua totale dedizione, perché la popolazione civile di quel popolo da 45 anni subisce la violenza di un’occupazione e di una colonizzazione illegale, ingiusta, violenta che per gli abitanti di Gaza oggi si è trasformata in un vero assedio che strangola in un diuturno stillicidio la sua economia, la sua vita, il futuro dei suoi fanciulli e dei suoi adolescenti.
I mandanti morali di questo ennesimo orrore sono gli sgherri di questo status quo che si sottraggono alla giudicabilità grazie alla sconcia inerzia della vile comunità internazionale.
E questo ignobile status quo, voluto per cancellare l’identità di un popolo, proseguirà il suo sporco lavoro. Intanto, in tv, ascolteremo i ributtanti discorsi di circostanza dei soliti soloni che ci spiegheranno che la colpa è tutta del fanatismo islamico che non vuole accettare la superiorità della democrazia di occupanti e di democratici coloni fanaticamente religiosi.
Moni Ovadia: Vittorio, uno di noi
http://www.unita.it/commenti/moniovadia/moni-ovadia-vittorio-uno-di-noi-1.283651