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Governi Televisione Marco Travaglio
"Bananas" di Marco Travaglio (L’Unità, 27 marzo 2005)
La decisione del ministro Maurizio Mediaset Gasparri di autosospendersi dall’Ordine dei Giornalisti in polemica con l’Unità ha gettato l’intera categoria nella costernazione. Anzitutto perla scoperta che, fino all’altroieri, ne faceva parte anche Gasparri. E poi per le irreparabili conseguenze che potrebbero derivare dall’eventuale revoca dell’autosospensione. Gasparri invoca, non si sa bene a quale titolo, il presidente della Repubblica.
Ma non si esclude una richiesta d’intervento delle Forze Armate e dell’Esercito della Salvezza. Perché, spiega l’acuto ministro, urgono "sanzioni" esemplari "contro questi bugiardi". Non avendo però precisato a quali bugiardi intendesse riferirsi, sta per abbattersi sulla Nazione un’ondata di scuse senza precedenti, per tutte le bugie diramate negli ultimi dieci anni dagli amici e dagli alleati di Gasparri. Bugie che, di solito, non sono frutto di errori (come quello dell’Unità, che infatti s’è scusata): sono bufale costruite appositamente a tavolino (infatti non sono mai seguite da smentite né da scuse).
Con Gasparri si scuserà lo stesso Gasparri, per aver chiesto (insieme a Fini, Lainati e Butti di An e al leghista Caparini) le dimissioni del direttore del Tg3 Antonio Di Bella, con la falsa accusa di aver "manipolato" l’intervista alla vedova del maresciallo Bruno sulle torture nel carcere di Nassiriya. E anche per aver detto che la legge Gasparri non favorisce Mediaset, mentre il presidente di Mediaset Confalonieri ha rivelato che la Gasparri farà guadagnare al gruppo 1-2 miliardi di euro in più. Si scuserà Roberto Castelli, che ha lanciato su Giuliana Sgrena la falsa accusa di aver "causato lutti che si potevano evitare".
Si scuserà James Bondi, che ha additato Prodi come mandante della bocciatura di Eurostat sul bilancio italiano, mentre il commissario Alinunia ha detto che non è vero niente.
Si scuserà Berlusconi, che ha accusato in tv l’Unità di avergli dato del "mostro bavoso", mentre "mostro" gliel’aveva detto Bossi e "bavoso" è uno degli epiteti più gentili rovesciati su Prodi dal senatore forzista Guzzanti, sul Giornale di Berlusconi.
Si scuseranno Berlusconi e i suoi house organ per aver sostenuto per anni che la bobina del Bar Mandara era stata manipolata da due agenti dello Sco in combutta con i pm Boccassinie Colombo, totalmente scagionati dai giudici di Perugia.
Si scuseranno Berlusconi e i suoi house organ per aver accusato senza prove Prodi e De Benedetti di "svendita della Sme" e di "tangenti" sulla medesima: tangenti mai esistite.
Si scuseranno Studio Aperto, Tg1e Il Giornale per aver raccontato, nel gennaio 2003, alla vigilia della Cassazione sul "legittimo sospetto" al Tribunale di Milano, che i giudici del processo Mondadori tenevano la foto di Previti nella loro bacheca sotto una frase di Platone contro i tiranni: tutte balle.
Si scuseranno gli house organ berlusconiani per aver scritto che Stefania Ariosto era un’agente dei servizi segreti deviati e una provocatrice prezzolata dalla Guardia di Finanza: tutte balle.
Si scuserà il senatore Contestabile per aver accusato Stefania Ariosto di essersi inventata la morte di tre figli, mentre purtroppo la signora ha perso tre bambini per una grave malattia.
Sì scuserà Giuliano Ferrara (già noto per lo scoop-bufala del ’97, quando su Panorama prese per buone le false accuse del parà Benedetto Bertini su torture dei militari della Folgore in Somalia), per aver montato, fra il ’96 e il ’98, una campagna i menzogne su tangenti di Pacini Battaglia ad Antonio Di Pietro, da lui definito "scespiriana baldracca", "troia dagli occhi ferrigni", "megalomane golpista" che "fa vomitare".
Si scuserà Vittorio Feltri per i leggendari scoop sul Giornale: "Alluvione: colpa dei Verdi", "P2, il golpe se l’è inventato la Anselmi", "Berlusconi cede la Fininvest", "Su Mani Pulite intervenga Amnesty International", "La lebbra sbarca in Sicilia", "16 casi di lebbra a Messina, contagiati 4 italiani" (dopo l’unanime smentita, anziché scusarsi, Feltri rilanciò:
"Niente allarme, ma servono controlli"), "Antonio Lubrano coinvolto in Affittopoli" (era Michele), "L’Arno è pronto ad allagare Firenze per la cattiva gestione del Pds" (firmato: Antonio Socci).
Si scuseranno gli house organ berlusconiani e i tg unificati per aver parlato per quattro mesi nel 2003 delle tangenti (nemmeno presunte) di Telekom Serbia a Prodi, Fassino, Dini, Rutelli, Veltroni e altri, dando credito al calunniatore Igor Marini.
Si scuserà il Giornale per l’intervista di Guzzanti a tale Zagami, noto peracottaro promosso a "supertestimone", il quale giurava di aver visto i miliardi di Milosevic trasportati in sacchi di juta dalla Serbia all’Italia e destinati ai leader dell’Ulivo. E anche per l’articolo di Guzzanti che accusò Rainews24 di aver manipolato l’ultima intervista di Borsellino, pienamente autentica.
Si scuseranno Panorama e Il Giornale per aver scritto che nel dicembre2002 la Boccassini incontrò in un hotel di Zurigo i giudici Castresana, Del Ponte e Paciotti per preparare l’arresto di Berlusconi, mentre quel giorno la Boccassini era a Milano, Castresana a Madrid, Paciotti a Bruxelles, Del Ponte in Tanzania.
Si scuseranno gli house organ berlusconiani per aver scritto che l’Irak era imbottito di armi di distruzione di massa (Il Giornale annunciò addirittura più volte di averle trovate), e non era vero.
Si scuseranno la Mondadori, Panorama, Il Foglio e il Giornale per aver pubblicato libri e articoli di Lino Jannuzzi (diffamatore graziato da Ciampi), in cui si accusano Caselli e i pm di Palermo di aver "suicidato"con Michele Santoro il maresciallo Lombardo per paura che riportasse in Italia il boss Badalamenti. Santoro e i pm han vinto tutte le cause: tale era la paura per Badalamenti, che fu interrogato dodici volte, e lui fece sempre scena muta. Si scuserà Canale 5 per aver consentito per anni a Vittorio Sgarbi di vomitare calunnie sui magistrati di Milano Palermo, chiamandoli "assassini", "mafiosi", "manipolatori di pentiti", e addirittura di accusare Caselli di essere il mandante morale dell’omicidio di don Pino Puglisi in base a una lettera anonima.
Si scuseranno Gasparri, Calderoli, Cicchitto, Pisanu, Castelli, con house organ al seguito, per aver accusato la gip Clementina Forleo di "liberare i terroristi", mentre l’imputato in questione, Mohamed Daki, è stato assolto e dunque non è un terrorista.
Le vittime di queste superbufale, non avendo tv a disposizione per montare un caso alla Storace, attendono ancora le scuse dei bufalari. Ma ora, grazie a Gasparri, nulla resterà impunito.