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Argentina/Patagonia - Il Chubut rifiuta il «regalo» di Benetton
Publie le mercoledì 12 luglio 2006 par Open-PublishingDazibao Consumo-Pubblicità America Latina
di Serena Corsi
Il governo del Chubut ha respinto i 7000 ettari che Benetton aveva pomposamente regalato alla provincia della Patagonia argentina nel novembre del 2005 per cercare di migliorare l’immagine deteriorata dal conflitto col popolo mapuche.
L’imprenditore trevigiano aveva fatto sgomberare violentemente dalle loro terre diverse comunità indie accusandole di «usurpazione» (e trovando spesso giudici compiacenti al suo servizio) , dopo aver comprato 900.000 ettari dai governi che negli anni 90 privatizzarono l’Argentina portandola al collasso del 2001.
Nel 2004 il conflitto forò il muro di silenzio con l’arrivo in Italia di una coppia mapuche - Rosa e Atilio Curinanco- cacciati dalla propria terra con l’intervento dell’esercito e dalle guardie private di Benetton.
A Roma, dopo averli incontrati e aver rifiutato qualsiasi accordo scritto («la mia parola basta») Benetton annunciò «soluzioni al problema» di cui poi riempì i giornali senza che nulla di concreto giungesse mai alla porta di Rosa e Atilio.
Nel 2005, intuito che non era facile piegare la tenacia dei mapuche, Benetton decise di cambiare interlocutore e annunciò che avrebbe «donato» 7000 dei suoi 900.000 ettari al governo del Chubut, perché poi li distribuisse agli indigeni. Sapeva che i mapuche avrebbero rifiutato l’offerta perché «nessuno può regalare ciò che non gli appartiene».
Ma non poteva immaginare che l’istituzione a cui aveva deciso di rivolgersi per far rimbalzare su tutti i media la propria filantropia decidesse di guardare in bocca al caval donato, affidando un’indagine approfondita all’istituto nazionale di tecnologia agricola. E l’esito dell’indagine non giova all’immagine di Benetton: la terra regalata è praticamente incoltivabile e per renderla produttiva sarebbe necessario un investimento sproporzionato. Di tutto l’enorme latifondo Benetton, la terra «regalata» è, per l’80%, quella con «le condizioni climatiche più avverse, i venti più forti, le temperature più estreme e la maggiore scarsità d’acqua utilizzabile per coltivare».
Condizioni che rendono impensabile non solo le coltivazioni ma anche l’allevamento.
Quindi, dopo i mapuche, anche il governo del Chubut ha rimandato al mittente il «regalo».