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"Anche la Rosa nel pugno ha firmato il compromesso"
Publie le venerdì 3 marzo 2006 par Open-PublishingDazibao Partito della Rifondazione Comunista Parigi Vladimir Luxuria
Intervista a Vladimir Luxuria. «Neppure loro hanno rotto con l’Unione.
Serve una risposta seria e non sguaiata a una domanda di civiltà»
Capisce il malcontento e la disillusione dell’universo gay, ma non si «lascia andare ad una rabbia irragionevole». All’indomani dell’incontro tra Fausto Bertinotti e le organizzazioni “glbtg” (gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e queers), Vladimir Luxuria, candidata alla Camera della Sinistra europea-Prc, è più agguerrita che mai: «Astenersi dal voto - commenta per Rosso di sera - o ancor peggio non appoggiare il centrosinistra, significa aver perso oltre ai nervi anche la ragione. Non dobbiamo dimenticare che l’emergenza è evitare altri 5 anni di governo Berlusconi.
Il Cavaliere - spiega, - non è solo il leader di uno schieramento che non accetterebbe nella maniera più assoluta di impegnarsi per la regolarizzazione delle unioni civili, ma è anche il capo di una coalizione che apre le sue porte all’apporto peggiorativo delle forze di estrema destra, rischiando di ledere l’integrità morale e il diritto alla vivibilità delle comunità».
Promette battaglia, ma non digerisce le insinuazioni di chi all’incontro di ieri con il segretario del Prc è «andato solo per disturbare e fare campagna elettorale per la Rosa nel pugno. Quel partito - sottolinea l’animatrice di Muccassassina - che ha firmato quello stesso “compromesso” contestato a Rifondazione. Se le unioni, così formate, non fossero piaciute davvero, e se era prioritario il riconoscimento pubblico rispetto all’assicurazione dei posti in parlamento, per coerenza avrebbero rotto con la coalizione di centrosinistra. Ma questo non è avvenuto» sottolinea Vladimir.
«Adesso mi auguro che, in una maniera più leale, la Rosa nel pugno assieme a Rifondazione e le altre forze di centrosinistra cerchi di dare insieme una risposta seria e non sguaiata a questa domanda di civiltà».
A chi si dice «preoccupato per la prossima legislatura», come Carlo Casini (presidente del “Movimento per la vita”), o a chi parla addirittura «deriva spagnola» come il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, risponde senza mezzi termini: «Forse a qualcuno sfugge che non esiste solo il diritto alla vita “di far nascere fisicamente”, ma anche quello di “una vita dignitosa”. Il governo in questi 5 anni non ha dato alla vita il diritto al futuro (con il precariato) e ai sentimenti (con le unioni civili), rispondendo unicamente ai dettami teo-con. Questo governo - conclude - è stato miope sulle questioni etiche: da una parte si sbandierano le difese alla famiglia (che non è assolutamente minacciata da nessuno se non dalle politiche economiche), dall’altra ha anteposto il valore economico dei beni nella vita delle persone, grazie ahimè all’ultima legge sul far west».